Il francese degli hotel di lusso in corsa per comprare la casa dei Tre Oci

Il francese degli hotel di lusso in corsa per comprare la casa dei Tre Oci
VENEZIA - Trattative serrate. E una corsa a due per acquistare la Casa dei Tre Oci: tra una fondazione americana, il Berggruen Institute, e un milionario francese, Stéphane...

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VENEZIA - Trattative serrate. E una corsa a due per acquistare la Casa dei Tre Oci: tra una fondazione americana, il Berggruen Institute, e un milionario francese, Stéphane Courbit, che con il suo gruppo di hotel di lusso, in questo momento sarebbe disposto a sborsare un po' di più e quindi favorito. 10 i milioni francesi, più o meno, contro gli 8 americani. Soldi necessari alla Fondazione Venezia che, con la vendita di questo gioiellino neogotico, dal 2012 sede di mostre fotografiche molto seguite, metterebbe una pezza ai suoi conti disastrati dal flop dell'M9. Una vendita, si sa, osteggiata in città. In questi nove anni, sotto la gestione di Civita Tre Venezie, Tre Oci era diventato un luogo molto amato dagli appassionati di fotografia, ma non solo. E tante sono state le voci autorevoli che si sono levate contro questa operazione. Migliaia le firme raccolte tra i cittadini.


I DUE CONTENDENTI

Ma il dado, per la Fondazione, è tratto. Dopo le indiscrezioni, le smentite, e alla fine le conferme, per la fondazione guidata da Michele Bugliesi, si tratterebbe solo di scegliere tra i due possibili acquirenti e definire il contratto. Di una fondazione americana, con interessi filantropici, si vociferava da mesi. Ora spunta il nome, che è appunto quello del Berggruen Institute. Ma in vantaggio, in questo momento, ci sarebbe la cordata francese di Courbit, uomo d'affari, tra i più ricchi di Francia, che per questa operazione metterebbe in campo il gruppo Airelles, specializzato in hotel di lusso. Un dettaglio, questo, che ovviamente scatenerà ulteriori critiche. Il timore di ritrovarsi, prima o poi, con l'ennesimo albergo, è inevitabile. Alla faccia di promesse e impegni. Per la Casa dei Tre Oci pare che il gruppo francese immagini di realizzare una sala espositiva, con bar collegato al pianoterra, più un appartamento per artista. Gli americani, invece, utilizzerebbero quegli spazi per farne la sede della loro fondazione in laguna. Se anche i francesi ne facessero la sede di una fondazione, qualche garanzia in più ci sarebbe.


GARANZIE RELATIVE

In ogni caso il contatto di vendita dovrà superare il vaglio della Soprintendenza. Se il futuro utilizzo della Casa dei Tre Oci non garantirà l'uso pubblico, la vendita non sarà autorizzata. Qualsiasi variazione di destinazione d'uso o di utilizzo del palazzo, dovrà poi passare al vaglio anche del Comune. Una doppia garanzia, insomma. Ma basterà? I dubbi restano, anche perché c'è uso pubblico e uso pubblico. Non tutti così vantaggiosi per la città. L'unica certezza, a questo punto, è che Tre Oci non sarà più quella casa della fotografia tanto apprezzata in città. Civita Tre Venezie ha già assicurato che quell'esperienza troverà un'altra sede. Dove, al momento, non si sa.

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Il Gazzettino