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ROVIGO - Oltre 2,4 milioni di finanziamento Pnrr che hanno preso il volo. O quasi. L'ufficialità ancora non c'è, ma i tempi stretti e la mancanza di un progetto strutturato e pronto per essere tradotto in realtà, fanno pensare che non ci sarà un futuro per le risorse che il Comune di Rovigo aveva ottenuto dall'Ambito territoriale sociale, il cosiddetto Ats, coordinato dalla Conferenza dei sindaci dell'Ulss 5 e con capofila il Comune di Lendinara, per investirli in un progetto sovracomunale da realizzare all'interno degli spazi di Casa Serena.
Ieri il Comitato dei sindaci del Distretto 1 Rovigo, che comprende 41 Comuni del Medio e Alto Polesine tra i quali il capoluogo, presieduto dal sindaco di Lusia Luca Prando, si è riunito per affrontare una serie di punti all'ordine del giorno. E per il capoluogo era presente il commissario prefettizio Gianfranco Tomao. Tra i lavori del vertice, però, non era previsto il progetto Pnrr affidato a Rovigo per così dire "ex Casa Serena". «Abbiamo deliberato le modifiche ai Piani di zona 2023-2025 per l'anno 2024 - spiega il presidente Prando - alcune modifiche e integrazioni ai Piani di zona erano già state approvate e ieri abbiamo approvato anche il nuovo lavoro, ossia l'aggiornamento effettuato dai tavoli tematici che più volte si sono riuniti sui vari argomenti.
ARGOMENTO CHIUSO
In poche parole, dei 2,4 milioni assegnati a Rovigo e inizialmente destinati a Casa Serena non c'è stata neppure l'ombra o un minimo accenno di discussione. Soldi che ormai sarebbero persi. Il condizionale è d'obbligo perché la certezza ancora, non c'è ma la possibilità che il capoluogo riesca a metterli a frutto dirottandoli su un progetto nuovo di zecca, ma perseguendo le stesse identiche finalità sociali previste dalla missione del finanziamento, è remota ormai. L'ex giunta Gaffeo aveva tentato di trovare un'alternativa: spostare i fondi sulla riqualificazione di alcuni alloggi pubblici situati in frazione, a Grignano. Un'opzione "di riserva" che di per sé aveva la strada in salita, visto che Palazzo Nodari avrebbe dovuto correre a tutta velocità per preparare un progetto. Lle dimissioni dell'ex sindaco Edoardo Gaffeo hanno ancor più complicato le cose. Perché il progetto andasse in porto era necessario che Palazzo Nodari ottenesse un doppio via libera: da una parte quello del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali titolare del finanziamento, dall'altra l'ok della Conferenza dei sindaci dell'Ulss 5, attualmente presieduta dal sindaco di Corbola Michele Domeneghetti. Non solo. Per realizzare un progetto sociale di residenzialità destinato ad anziani parzialmente non autosufficienti all'interno di alloggi pubblici è necessario che il Comune interpelli la Regione, dato che tali alloggi sono gestiti dall'Ater, chiedendo una deroga alla quota del 2% annuale di alloggi che possono essere utilizzati dal Comune. Ma pare che anche questo passaggio l'ex giunta Gaffeo non l'avesse fatto. In tutto questo pesa la variabile tempo che inizia a stringere, perché il termine previsto per realizzare il progetto, collaudarlo e rendicontarlo è il 31 marzo 2026.
A ogni modo ora la palla a Palazzo Nodari è nelle mani del commissario Tomao. A lui il compito di decidere cosa fare del finanziamento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino