Sant'Urbano. Casa esplosa, la zona circondata da curiosi. Il vicesindaco: «Un via vai indecoroso»

Temporin: «La famiglia Negrello ha palesato fastidio per le troppe persone che girano intorno alla proprietà»

SANT'URBANO (PADOVA) - Sarà eseguita domani l'autopsia sulla salma di Alina Crenicean, la 36enne morta domenica in conseguenza di uno scoppio all'interno della...

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SANT'URBANO (PADOVA) - Sarà eseguita domani l'autopsia sulla salma di Alina Crenicean, la 36enne morta domenica in conseguenza di uno scoppio all'interno della sua abitazione. L'esame autoptico è stato disposto dal procuratore di Rovigo Manuela Fasolato che ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati. I reati per cui si procede sono omicidio colposo, incendio, crollo e disastro colposo. Gli inquirenti intendono fare chiarezza su quanto accaduto domenica mattina nel piccolo paesino della Bassa. Secondo quanto emerso sinora, Alina Crenicean si era da poco alzata e verso le 8 era scesa al piano terra per preparare la colazione. L'esplosione sarebbe avvenuta non appena la donna ha acceso la luce: a causa di una fuga, l'aria satura di gas avrebbe fatto esplodere un'intera ala della villetta, provocando la morte di Alina e il ferimento del marito Michelangelo Negrello e dei due figli minori. Attualmente, l'immobile di via Gorghi è sottoposto a sequestro: la procura intende accertare a livello tecnico la causa dell'esplosione e del conseguente crollo, completando i rilievi anche sull'impianto di alimentazione a gas del piano cottura. Sarebbe questa, infatti, l'origine della fuga di gas che è stata fatale alla donna. L'abitazione dei Negrello aveva un impianto a gpl con una bombola interrata: per cause che saranno oggetto d'indagine, si è verificato un malfunzionamento nelle tubature che collegavano la bombola alla cucina. Le attività investigative non saranno comunque facili: gran parte della documentazione relativa agli impianti è andata distrutta nello scoppio. Allo stato attuale, l'immobile è pericolante e in condizioni tali da rendere molto difficile un suo recupero: l'unica parte non direttamente danneggiata dall'esplosione è il porticato che dà sul viale d'accesso. Gran parte dei muri perimetrali non esiste più e quel che rimane degli interni è rimasto esposto. Lì davanti abita Alberto, fratello di Michelangelo Negrello, che domenica mattina si era precipitato sul luogo della disgrazia salvando la vita ai suoi nipotini e al loro papà. Dopo le prime, drammatiche ore, Alberto si è chiuso nel silenzio assieme alla sorella Roberta, che si sta prendendo cura dei figli di Alina. Sono poche le persone con cui l'uomo parla, ma dalle voci che filtrano emerge una certa insofferenza. Lo conferma il vicesindaco Guido Temporin: «La famiglia Negrello ha palesato fastidio per le troppe persone che girano intorno alla proprietà. Anche lunedì sera ci sarebbe stato un viavai definito indecoroso e i famigliari hanno ritenuto opportuno picchettare la zona».

Raccolta di vestiti e scarpe

Non è chiaro se si tratti di semplici curiosi o malintenzionati. L'intera area è interdetta e accedervi costituisce violazione di un ordine dell'autorità giudiziaria. Dal canto suo, l'Arma dei carabinieri sottolinea che via Gorghi è oggetto di frequenti passaggi da parte di pattuglie e che dentro la casa pericolante non si trova più nulla di prezioso. Quello che rimane sarebbe inoltre bruciato o danneggiato dall'esplosione. Per andare incontro alle esigenze primarie dei superstiti, la Pro loco e l'istituto comprensivo hanno iniziato una raccolta di vestiario e scarpe. Il punto di raccolta è stato allestito al nido di Sant'Urbano ed è aperto dalle 7.30 alle 16.30 dal lunedì al venerdì. «La risposta della comunità non si è fatta attendere e sono orgoglioso che i cittadini si siano fatti promotori di queste iniziative - prosegue Temporin - con la raccolta di abbigliamento siamo già a buon punto e la cosa non mi stupisce, perché l'impatto di questo fatto è stato forte. Quando l'ondata emotiva scemerà, bisognerà affrontare il problema della casa. Per questo motivo la Pro loco ha fornito le proprie coordinate bancarie per delle donazioni». I Negrello, da quanto si apprende, erano assicurati, ma per ottenere un indennizzo servirà tempo. Viste le condizioni dell'immobile, è possibile che quella casa venga demolita e ne sia costruita una nuova. Una casa dove poter vivere e respirare quell'atmosfera di famiglia che da domenica mattina non c'è più. 

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Il Gazzettino