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BELLUNO - In un solo anno i costi dell’energia alla cartiera di Santa Giustina sono aumentati del 300%. E se fino ad ora la direzione è riuscita a far fronte a questi rincari senza mettere in atto nessun tipo di contromisure, la preoccupazione per la stagione invernale ed ancor più per l’inizio del 2023 è tanta. Il rischio è quello che si vada ad aumentare i costi dei prodotti che chiaramente poi saranno a carico dell’utente finale o, peggio ancora, che si fermi la produzione con tutto ciò che ne consegue.
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L’AZIENDA
La cartiera di Santa Giustina è un’industria importate, da sempre vicina al territorio ed alla sua gente. «Attualmente – spiega il direttore di stabilimento Massimo Marcer -, contiamo 250 dipendenti più un indotto importante, per una produzione annua pari a 250.000 tonnellate. Per la maggior parte ci occupiamo di packaging alimentare e farmaceutico ma produciamo anche altri prodotti generici».
L’AUMENTO
Il direttore di stabilimento non lo nasconde: «Stiamo vivendo un momento di forte difficoltà, anche perché siamo un settore particolarmente energivoro.
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LA PREOCCUPAZIONE
Fino ad ora la cartiera di Santa Giustina ha sempre lavorato e continua a ricevere ordini. Certo è che se non verrà fatto qualcosa a livello centrale per sostenere le aziende, anche lo stabilimento del bellunese, come già altre realtà del Veneto e non solo hanno fatto, sarà costretto ad arrendersi ed a mettere in atto delle contromisure. Come spiega il direttore di stabilimento «Noi abbiamo fatto e continuiamo a fare tutto il possibile per migliorare l’efficientamento energetico, tant’è che a febbraio abbiamo avviato il nuovo Generatore di vapore ad alta efficienza, dopo aver installato un nuovo Turboalternatore di nuova generazione, nella nostra centrale elettrica. Ma da soli non ce la facciamo». A settembre i vertici valuteranno cosa fare per poter continuare a lavorare in utile. «Cercheremo di capire dove possiamo ancora andare a risparmiare energia e quali soluzioni possono essere messe in atto – prosegue Marcer -. Altra cosa che si può fare è andare a ritoccare il prezzo di vendita che graverà però sui nostri clienti e, di conseguenza, su tutti noi cittadini. Se tutto ciò non bastasse, il rischio è che la produzione si fermi con tutto quello che ne consegue».
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SERVE SOSTEGNO
La cartiera di Santa Giustina, così come il Gruppo di cui fa parte, ovvero Rdm Group, fa quindi un appello di aiuto, chiedendo tre cose al Governo: «Innanzitutto che sia fissato un tetto al prezzo del gas destinato per quell’industria, come la nostra, che è definita “essenziale” – spiega Marcer -. In secondo luogo chiediamo che vengano assicurati i volumi di fornitura gas alle aziende strategiche per la popolazione, necessarie alla filiera alimentare e farmaceutica. Giusto per rendere l’idea, se ci fermiamo noi, manca il cartoncino in cui banalmente è confezionata la pasta. In terzo luogo chiediamo che vengano garantiti ai fornitori gas i crediti di fornitura per le aziende essenziali». Solo mettendo in pratica questi accorgimenti la cartiera potrà provare a resistere in questo grave momento di difficoltà.
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Il Gazzettino