Cartelli contro le bestemmie: 50 manifesti per dire no alla maleducazione

Cartelli contro le bestemmie: 50 manifesti per dire no alla maleducazione
CASALE - «Per dialogare, non serve bestemmiare»: uno slogan semplice, ma altrettanto efficace, ideato da alcuni ragazzi, stampato su 50 totem alti due metri...

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CASALE - «Per dialogare, non serve bestemmiare»: uno slogan semplice, ma altrettanto efficace, ideato da alcuni ragazzi, stampato su 50 totem alti due metri distribuiti in tutto il territorio. Solamente uno dei dieci slogan che verrà presentato sabato alle 10, in piazza dell'Arma dei Carabinieri: queste frasi sono state pensate dai ragazzi dell'istituto comprensivo, all'interno del progetto della campagna di sensibilizzazione per il rispetto delle regole e del senso civico. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l'amministrazione comunale, e realizzato come fosse una vera e propria campagna di pubblicità progresso. Il tema del senso civico, emerso nei vari laboratori comunali, è molto sentito dai cittadini. «A fronte di questo problema riscontrato da molti cittadini spiega l'assessore  al sociale Celestina Segato - abbiamo dato l'input al nostro istituto complessivo e al consiglio dei ragazzi. Hanno accolto la nostra proposta e, nel corso dello scorso anno scolastico, hanno lavorato alla campagna. Non abbiamo dato alcuno spunto: hanno sviluppato dei messaggi che hanno sposato in pieno il sentore generale di malcostume». Una forte sensibilità verso il bene comune e le buone pratiche sociali, che spazia dai fumatori incivili che gettano a terra i mozziconi fino ai possessori di cani, che non sempre raccolgono le deiezioni dei loro animali. L'invito che ha commosso maggiormente gli amministratori è una regola spesso dimenticata: sorridere di più e salutare cordialmente anche gli sconosciuti. «Una delle cose che ci ha maggiormente stupito commenta il sindaco, Stefano Giuliato è che da un certo punto di vista il ruolo di educatori viene ribaltato: sono sempre più i ragazzi che ricordano agli adulti quali sono le regole da rispettare. Sono stati anche autocritici nei loro confronti, toccando il tema delle bici sui marciapiedi». 

LE PAROLACCEI bambini sono come delle spugne, assorbono le parole degli adulti, le fanno proprie e le ripetono. Sono stati gli alunni dell'istituto comprensivo a chiederlo: è proprio necessario inserire le bestemmie nei discorsi? Eliminatele, o almeno provateci: il discorso scorre indipendentemente da loro. Da molti viene considerata come un fattore culturale, tradizione di alcune regioni come quella veneta, ma per tutti resta un sinonimo di maleducazione. «Sono d'accordo che venga considerato come un nostro intercalare, il nostro affermativo spiega il sindaco - ma non per questo deve essere sdoganata. Non deve esserci un contagio negativo verso i nostri ragazzi, perché il bambino assorbe tutto, e soprattutto non deve passare una cosa positiva: non è cultura tradizionale, ma ignoranza». Anche il sindaco, come i ragazzi, cerca di educare i suoi cittadini: «È capitato ammette - di riprendere delle persone al bar che ne facevano uso, soprattutto perché in presenza di bambini e di signore. Promuoviamo l'iniziativa in piazza con tutte le associazioni e le parrocchie, tutti dobbiamo vigilare e tutti dobbiamo avere un ruolo educativo. Se qualcuno volesse prendere spunto per il proprio territorio, non siamo gelosi di questa iniziativa».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino