Il Veneto in prima linea nella sperimentazione della nuova carta d'identità elettronica (Cie). Il ministero dell'Interno ha selezionato 205 città italiane...
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È la seconda volta che ci prova. La prima, tra la fine della anni ’90 e gli inizi del Duemila, si risolse in un mezzo fallimento. Si parlò tantissimo della nuova carta d'identità, del tutto simile a un bancomat, ma non se ne fece nulla. Alcuni comuni spesero anche parecchi soldi per dotarsi dei macchinari necessari a realizzarla, ma il progetto che doveva essere a carattere nazionale si risolse in un buco nell'acqua per un certo scetticismo e costi ritenuti alti. Adesso però i tempi sono maturi per una seconda, e si spera definitiva, prova.
La Cie sarà rivoluzionaria. Conterrà le impronte digitali del proprietario, il codice fiscale, gli estremi dell'atto di nascita, volendo anche il numero di telefono, indirizzo di posta elettronica e della Pec oltre a una serie di sistemi di sicurezza antifalsificazione. Inoltre, su richiesta potrà anche essere inserito il consenso alla donazione degli organi. A ogni tesserino verrà poi unito un codice Pin per accedere a tutti i servizi informatici del Comune. Però costerà di più rispetto al documento cartaceo: dagli attuali 5,42 euro si passerà a 25,42.
E i comuni si dovranno dotare di tutta la strumentazione necessaria per realizzarla. Una circolare del ministero descrive dettagliatamente come allestire la postazione, che dovrà avere anche una piccola fotocamera con cui realizzare la foto digitale da inserire.
I comuni stanno arrivando a questo traguardo in ordine sparso: chi è pronto, chi è in alto mare, chi invece ha ancora la dotazione di oltre 15 anni fa. Tra i comuni capoluogo del Veneto ci sono Venezia, Belluno e Padova, dove il sindaco Massimo Bitonci è entusiasta delle novità: «Sono felice che Padova sia stata inserita nella lista dei primi comuni a partire. Questa può essere una grande novità per i cittadini».
Altro sindaco entusiasta è Floriano Zambon, di Conegliano (Tv): «Abbiamo iniziato a parlare di carta d'identità elettronica nel 1999, quando sembrava che nel giro di pochi mesi dovessero averla tutti. Ci dotammo di tutta l'attrezzatura necessaria e iniziammo a proporla ai cittadini come alternativa a quella cartacea. Sono tanti i coneglianesi ad averla. Ma rimanemmo praticamente gli unici a farlo. Adesso invece siamo, finalmente, inseriti in una rete». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino