Mestre. Auto sostitutive devastate dalla Carrozzeria Moderna: in 7 anni è il 20esimo colpo

MESTRE - Sette auto sostitutive prese a calci e pugni, sulle fiancate e sui cofani, per non parlare degli specchietti retrovisori laterali divelti. Così senza un motivo....

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MESTRE - Sette auto sostitutive prese a calci e pugni, sulle fiancate e sui cofani, per non parlare degli specchietti retrovisori laterali divelti. Così senza un motivo. Un'azione vandalica chirurgica che ha riguardato le vetture, nessuna esclusa, della Carrozzeria Moderna, parcheggiate in strada, davanti alla sede dell'officina in via Giustizia a Mestre. In azione un uomo sui 35-40 anni, forse in stato di alterazione, ripreso anche in pieno volto dal sistema di video sorveglianza. Lo si vede arrivare a piedi, da solo, e accanirsi contro le macchine, una dopo l'altra, finché esce dal campo di ripresa. Sono le 23.35 di sabato, ma l'allarme viene dato verso l'una e trenta, quando la guardia della società di vigilanza si accorge dell'accaduto e sveglia nel cuore della notte, Paolo Favaretto, che dopo aver avviato e fatto crescere l'attività, fino ad occupare 20 dipendenti, ha passato la gestione al figlio Mattia.


E ieri mattina, dopo aver presentato denuncia ai carabinieri, Paolo Favaretto, esasperato e indignato si è lasciato andare a un duro sfogo social su facebook, che così spiega: «Ero arrabbiato, deluso, amareggiato. Non ce la facciamo più. Ogni volta che ricominciamo, ecco l'ennesima mazzata e ti chiedi: ma chi me lo fa fare? Perché nessuno ci dà una mano? Perché siamo abbandonati al degrado, ai ladri, ai teppisti?».


LISTA
Il ventesimo colpo in circa sette anni, tra furti consumati e tentati e vandalismi, che all'impresa sono costati qualcosa come 700mila euro: «Una cifra enorme - continua Favaretto - solo in parte coperta dall'assicurazione e comunque che non tiene conto di tutte le spese sostenute per gli impianti di sicurezza, grate, allarmi anti intrusione, telecamere, vigilanza professionale. Basta. Lo ripeto. Sono stanco. Oltre a noi in questa zona ci sono altri 153 lavoratori in regola nelle diverse realtà imprenditoriali. Possibile che non riusciamo a far capire che se ce ne andiamo un altro pezzo di città muore?».


SOLUZIONE
Un perfetto sconosciuto per Favaretto il tizio che si accanisce contro le courtesy car: «Mai visto prima. L'ho guardato bene. Ma non lo riconosco. Noi non abbiamo conti in sospeso con nessuno, non litighiamo e anzi, semmai dovessero esserci dei problemi, cerchiamo di trovare un accordo soddisfacente per entrambe le parti. No, una cosa del genere non ce la meritiamo. Meno male che al pomeriggio proprio di venerdì abbiamo caricato quattro bisarche con le auto a noleggio richieste da una serie di clienti, altrimenti anche quelle sarebbero state prese di mira».


Eppure un modo c'è per risolvere quella che appare una sorta di maledizione. Favaretto è certo. «Continuiamo a ripeterlo. È sufficiente riaprire la strada alla circolazione anche a senso unico. Ma il Comune non ci ascolta. Nessuno ci ascolta. I furti e i danneggiamenti sono iniziati guarda caso dopo che le ferrovie per calcoli economici hanno deciso di chiudere la via al traffico. Bastava fare un sottopasso un metro più largo che consentisse il passaggio ai veicoli. Invece nulla di nulla». Favaretto, dopo l'appello al presidente della Repubblica, ora è intenzionato a scrivergli: «Almeno Mattarella spero mi ascolti». Poco più di un mese fa i soliti ignoti gli avevano rubato le attrezzature del reparto verniciatura: bottino da centomila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino