Caro energia, trecento panifici a rischio: «Le maxi bollette ci faranno chiudere»

Panifici in crisi
VENEZIA - I super costi delle bollette e la speculazione sulle materie prime alimentari rischiano di far sparire il pane fresco dalle nostre tavole. A lanciare l’allarme...

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VENEZIA - I super costi delle bollette e la speculazione sulle materie prime alimentari rischiano di far sparire il pane fresco dalle nostre tavole. A lanciare l’allarme è il presidente della Federazione Alimentazione della Confartigianato Metropolitana Imprese Città di Venezia Alessandro Cella, panificatore, che parla a nome delle 309 imprese di panificazione che operano in provincia di Venezia, dando lavoro a 1.402 addetti



«DIFFICOLTÀ ENORMI»
«Le imprese di panificazione sono sempre più in difficoltà, travolte da una crisi dei consumi e una speculazione sulle materie prime ed energia che sta rendendo sempre più costosa la produzione – spiega Cella -. Riuscire a calmierare i prezzi alla vendita è sempre più complicato, e con difficoltà i nostri forni stanno continuando a produrre questo bene primario la cui disponibilità e soprattutto accessibilità nel prezzo di vendita non può essere messa a repentaglio da chi speculando su tutto rischia letteralmente di togliere di bocca il pane alla gente. Per questo chiediamo al più presto interventi specifici per far fronte ai rincari di farina, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari. 
Da oltre due anni le imprese stanno affrontando una situazione di fortissima instabilità, riducendo sempre di più i margini di guadagno per non far mancare questo bene primario sulle nostre tavole, ma davanti i continui aumenti ora le produzioni sono al limite del sostenibile e molte attività rischiano di chiudere». 

MADE IN ITALY

Per questo Cella, anche in virtù del suo ruolo di responsabile regionale del settore, chiede al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, il padovano Adolfo Urso «Interventi mirati ed immediati a difesa del pane artigianale, da secoli bene primario per tradizione storia e cultura. Quello che servirebbe – incalza Cella – è un incremento del credito di imposta previsto per le imprese ad alto consumo energetico, come i panificatori, al 50%, con estensione a tutto il 1° quadrimestre 2023 e applicazione dell’obbligo per i fornitori di uno sconto immediato in bolletta, pari al credito d’imposta con l’automatica cessione dello stesso, oltre ad altri importanti correttivi sul trattamento fiscale del lavoro notturno, caratteristico nelle imprese di panificazione artigiana, per almeno contenere il costo in tasse del lavoro. Per questo siamo disposti ad incontrare il ministro, eletto senatore proprio qui in Veneto, per attivare un Tavolo di confronto presso il Ministero e gestire così questa delicatissima situazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino