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PADOVA - A meno di un mese dall'inizio delle attività fissato al 12 settembre, le scuole di infanzia paritarie si preparano per far fronte a problematiche che mettono a dura prova lo svolgimento delle attività didattiche. Una delle principali preoccupazioni riguarda il settore energetico, con aumenti del 100% in bolletta. Di fatto i costi sono raddoppiati e costringono a scaricare gli aumenti sulle rette pagate dalle famiglie: la tariffa prevederà per quest'anno una media di aumenti pari a 100 euro all'anno per bambino, all'incirca un aumento mensile che va dai 10 ai 20 euro. Anche per la bolletta in alcuni casi i comuni sono intervenuti in aiuto calmierando i costi, ma dove ciò non sarà possibile l'unica soluzione rimane quella di aumentare le rette.
«Grave mancanza di insegnanti»
La Fism, Federazione Italiana Scuole Materne, raccoglie sul territorio della provincia 190 scuole, svolgendo una funzione indispensabile per il tessuto sociale di tutta la provincia dato che il reparto statale, composto da 122 scuole, non riesce a soddisfare indipendentemente le necessità delle famiglie. Il tessuto di scuole associate a Fism è composto per un 90% da scuole parrocchiali mentre il restante 10% è gestito da congregazioni: sono circa 18.000 le famiglie che affidano a Fism i propri figli, circa 14.000 bambini alla scuola materna e 4.000 all'asilo nido. Fism rileva che a mettere a repentaglio il sereno inizio delle attività a settembre è principalmente la grave mancanza di insegnanti, circa 1000 dei 1600 dipendenti. Non ci sono difficoltà nel garantire il numero degli inservienti, mentre, nonostante da sempre le ricollocazioni verso il pubblico colpiscano il settore, quest'anno la mancanza di insegnanti sarà molto più importante rispetto agli anni scorsi. «Ci aspettiamo una grave moria di insegnanti nelle nostre scuole - afferma Mirco Cecchinato, presidente Fism Padova - date queste prospettive sarà difficile continuare a mantenere la proporzione di 1 insegnante ogni 24 bambini alla materna e 1 ogni 8 al nido.
Le manutenzioni
Altro campo problematico per le scuole paritarie sono i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria: gli alti costi, dovuti anche al rincaro dei materiali, creano problemi nel finanziare gli interventi. Il problema principale è che, seppure svolgano una funzione indispensabile nel settore della scuola primaria, le scuole paritarie non ricevono fondi per gli interventi di manutenzione e sono escluse dai fondi del Pnrr, visto che vengono considerate alla stregua di enti privati. «Per finanziare i principali interventi di manutenzione è auspicabile una maggiore attenzione degli enti pubblici dato che offriamo un servizio che lo stato da solo non riesce a garantire - osserva Cecchinato - capisco che la scuola debba essere pubblica, ma dove non c'è la possibilità di avere un servizio statale serve lavorare in sussidiarietà. Il Comune di Montegrotto, ad esempio, ci è venuto in aiuto approvando una delibera con cui ha fornito 50.000 euro in fondi per la manutenzione delle scuole paritarie sul territorio».
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