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MONTEBELLUNA - Nel 2021 il costo annuo dell'energia elettrica ammontava a circa 250mila euro, escluse accise e spese di trasporto. Se l'andamento attuale non dovesse essere invertito a breve, per il 2022 la stima è di superare il milione di euro. «Le aziende come la nostra non potranno sostenere tali costi e saranno costrette a chiudere», affermano dalla Errebi. L'allarme della realtà di Caerano, da oltre 25 anni specializzata nello stampaggio delle materie plastiche, è però solo un esempio - e purtroppo non l'ultimo - delle gravi difficoltà create dall'impennata dei prezzi energetici all'intero tessuto produttivo locale, in particolare alla piccole e medie imprese. Rincari di quattro, cinque, fino a sette volte in bolletta nel giro di un anno stanno mettendo in ginocchio moltissime ditte nel distretto montebellunese come nel resto della Marca.
IL SALASSO
A luglio l'importo per sola elettricità ha raggiunto i 447,59 euro/MWh: per una ditta come Errebi che consuma circa 3 milioni di kilowat all'anno il salatissimo conto è purtroppo presto fatto.
LA PREOCCUPAZIONE
L'imprenditore non nasconde la preoccupazione, a maggior ragione perché il caro-energia si sta abbattendo su una situazione già complicata a causa delle conseguenze di oltre due anni di pandemia e in combinazione con i rincari e le difficoltà di approvvigionamento anche per le materie prime. E i timori riguardano anche i dipendenti e le loro famiglie, già alle prese a loro volta con i rincari delle bollette, della benzina, del carrello della spesa. In molte aziende sta subentrando anche un certo senso di impotenza, acuito dalla mancanza di un piano di sostegni concreti, come messo a punto in altri Stati . «Per la prima volta nella storia noi imprenditori, nonostante la caparbietà, la buona volontà e la valutazione del rischio, abbiamo le mani legate di fronte a questa condizione, dobbiamo ammettere che siamo in guerra e nessuno si rende conto della disperazione che tutti dovremo affrontare nei prossimi mesi», dicono dalla Errebi. I vertici dell'impresa hanno scritto anche una lettera al governatore Luca Zaia per sollecitarlo a far sentire la preoccupazione degli imprenditori veneti alle istituzioni nazionali.
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Il Gazzettino