Caro energia, a rischio i conti dei Consorzi di bonifica

Caro energia, a rischio i conti dei Consorzi di bonifica
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ROVIGO - Per alimentare gli impianti idrovori di scolo e di irrigazione necessari a un comprensorio che ha una superficie di 121.150 ettari, il costo dell'energia elettrica a carico del Consorzio Adige Po nel 2022 potrebbe arrivare a quasi 5 milioni, secondo le previsioni. Solo la bolletta di luglio è lievitata dai 470mila euro del 2021 a 1,3 milioni nello stesso mese di quest'anno. Mentre in agosto è passata, secondo la variazione annuale, da 417mila a 845mila euro. Le stime dei costi elettrici a fine 2022 sono a parità di consumi e in pratica due mesi estivi sono già costati da soli il 71,5% dell'intera bolletta 2021, che si era fermata a 3 milioni. Costi senza sconti, perché i Consorzi di bonifica sono di fatto enti energivori, ma non hanno i benefici riconosciuti alle attività simili.


L'APPUNTAMENTO
Così il caro energia è solo uno dei temi che il convegno Siccità e crisi idrica: uno sguardo sul futuro affronterà il 27 ottobre, dalle 15.30, con i primi interventi, al museo regionale della bonifica di Ca' Vendramin. «È un appuntamento fisso, di incontro tra i Consorzi Adige e Po e Delta del Po con le istituzioni ai vari livelli con le quali collaboriamo quotidianamente per la salvaguardia del territorio. In particolare quest'anno, il tema siccità e crisi idrica - spiega il presidente del Consorzio Adige Po, Roberto Branco - servirà ad analizzare una situazione che non è più un'emergenza: i Consorzi chiedono da tempo soluzioni per resistere ai cambiamenti climatici, ma servono investimenti importanti per progetti tecnici che abbiamo ben presenti».
Nell'appuntamento a Taglio di Po, dalle relazioni tecniche dei rappresentanti dei Consorzi di bonifica locali e delle Autorità di bacino distrettuali del Fiume Po e delle Alpi orientali, oltre che del direttore dell'Aipo Meuccio Berselli, e poi dalle conclusioni affidate all'assessore regionale Cristiano Corazzari e al presidente dell'Anbi Francesco Vincenzi, che sarà preceduto negli interventi dal presidente Anbi Veneto Francesco Cazzaro, arriveranno i contributi delle persone più qualificate «per dirci cos'è successo quest'estate e cosa occorre fare, ora, attraverso idee progettuali e soluzioni per programmare e prospettare i futuri interventi», aggiunge il direttore dei Consorzi Adige e Po e Delta del Po, Giancarlo Mantovani.


IL DIBATTITO
Tra le relazioni tecniche e le conclusioni ci sarà spazio anche per una tavola rotonda con i rappresentanti di Cia, Confagricoltura e Coldiretti, con i sindaci Roberto Pizzoli e Leonardo Raito a rappresentare due dei territori più colpiti dalla siccità, Porto Tolle e Polesella, inoltre con il direttore dell'Autorità di gestione del Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Bonifica a irrigazione del Veneto, Franco Contarin. «La situazione eccezionale, con la portata del Po che era scesa a fine luglio a 100 metri cubi al secondo, richiede interventi eccezionali», continua Mantovani. Che li elenca così, assieme al presidente Branco: «A Badia Polesine, per esempio, abbiamo un grosso problema: già dal 2018 c'è un progetto preliminare per sostenere la quota d'acqua necessaria a mantenere livelli idrometrici idonei alla derivazione dall'Adige alla Bova senza elettropompe. Tornando ai livelli normali che c'erano in passato, si risparmierebbero così 500mila euro di elettricità l'anno».


È un intervento da sostenere con finanziamenti statali, così come i progetti per aumentare dall'Alto Polesine al Delta gli invasi, allargando la rete promiscua. E poi il progetto di creare dal ramo del Po di Pila una barriera contro la risalita del cuneo salino. Servono, però, finanziamenti statali. Non solo perché gli importi sono elevati, ma anche perché il loro orizzonte temporale va oltre il periodo limite dei progetti finanziati dal Pnrr.
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Il Gazzettino