Caro bollette, a Padova è a rischio il tennis al coperto: «Gli incassi non copriranno le spese dei palloni»

Impossibile per i circoli installare i palloni pressostatici, i prezzi per giocare una sola ora andrebbero fuori mercato

Tennis Patavium
PADOVA - Il caro bollette incombe minaccioso sul mondo del tennis e, alle porte della stagione fredda, molti direttori di club di Padova e provincia hanno già deciso di...

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PADOVA - Il caro bollette incombe minaccioso sul mondo del tennis e, alle porte della stagione fredda, molti direttori di club di Padova e provincia hanno già deciso di coprire parte dei campi a loro disposizione con i palloni, in modo da ridurre le spese. Basti pensare che se confrontati a settembre 2021, i costi per l’energia di questo settembre sono quintuplicati, e siamo solo ad inizio autunno. Una lettera-denuncia è stata spedita alla Fit (federazione italiana tennis) dal presidente del comitato regionale Mariano Scotton: obiettivo trovare un sostegno economico per i circoli. Insomma, il tennis al coperto è a forte rischio. Come ha sottolineato anche Alessandro Zambon, vicepresidente del Comitato con delega ai club padovani.

La lettera

Nel nord Italia l’attività tennistica dei circoli nel periodo autunnale-invernale è vincolata alla presenza delle strutture pressostatiche, comunemente chiamati palloni, che richiedono costante energia per funzionare oltre ad un grande quantità di gas per il riscaldamento. Sono queste due le spese che maggiormente incombono sui circoli locali, che costringono a scaricare sui clienti e sui soci il drastico aumento dei costi, che dovrebbe essere duplicato se si volesse veramente far quadrare i conti, con il rischio che molti tennisti non riescano più a permettersi la loro passione. Nella lettera inviata alla Fit, Scotton propone due possibili strategie da adottare nell’immediato: la prima è di lasciare ai circoli organizzatori di tornei e manifestazioni l’equivalente delle quote Fit dei tornei, cioè la parte di quota che i circoli devono dare alla federazione per ogni iscritto al torneo; la seconda proposta è di predisporre una serie di ristori ai circoli, dopo aver valutato attentamente la tipologia di strutture che hanno, il numero di tesserati e le spese energetiche che sostengono. «Già da qualche settimana ricevo sistematicamente mail e telefonate da presidenti molto preoccupati che non sanno cosa fare - afferma Scotton - altri ci stanno comunicando l’intenzione di annullare i tornei previsti da ottobre a dicembre perché sostengono che gli incassi non basteranno a coprire le spese. Lo stesso problema ce l’hanno poi con le scuole tennis perché, conti alla mano, dovrebbero alzare le quote a livelli improponibili, scelta che costringerebbe molte famiglie a rinunciare al tennis. Ho deciso di scrivere questa lettera alla Federazione perché serve una risposta immediata che possa incoraggiare i nostri circoli nell’affrontare i prossimi mesi». La seconda proposta di Scotton, di finanziare un piano di ristori, necessita sicuramente di un intervento governativo, un piano è già stato stanziato per le associazioni sportive ma si è ancora in attesa di capire quando e come entrerà in vigore. «Per far fronte all’emergenza pandemica, in qualità di assessore allo sport di Bassano - continua Scotton - avevo ottenuto di poter rimborsare alle associazioni sportive il 30% delle bollette del 2019 e il 15% per il 2020, con questi contributi abbiamo aiutato molte realtà nel nostro comune, oggi servirebbe un piano del genere, ma coordinato su base nazionale. Il presidente della Federazione sta già lavorando sul piano governativo, speriamo che arrivi presto una risposta». 

«Aumenteremo le rette»

La situazione preoccupa anche Alessandro Zambon vicepresidente del Comitato che segue in particolare i circoli del padovano: «Le difficoltà che ci aspettano in questi mesi invernali sono dure e il presidente ha fatto benissimo a farsi portavoce delle preoccupazioni dei nostri circoli - afferma Zambon - Un circolo non può sospendere le sue attività e sperare di tornare operativo con la bella stagione come se nulla fosse, si tratta di stringere i denti per 3-4 mesi. Dobbiamo essere ottimisti, il tennis non è in crisi ed è tra gli sport più amati degli italiani, dobbiamo quindi tener duro. Aumenteremo le rette cercando di non finire fuori mercato e abbasseremo le temperature per ottimizzare le spese. Abbiamo superato l’emergenza pandemica con successo, supereremo anche questa». 

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Il Gazzettino