Condizionatori accesi e caro bollette, gli artigiani: «Sconti per le imprese»

Uso del condizionatore e caro bollette, gli artigiani pensano a sconti per le imprese
TREVISO - Il problema è in atto ormai da mesi, ma in queste settimane rischia di aggravarsi ancora di più: oltre ai costi per macchinari e apparecchiature e quelli...

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TREVISO - Il problema è in atto ormai da mesi, ma in queste settimane rischia di aggravarsi ancora di più: oltre ai costi per macchinari e apparecchiature e quelli per l'illuminazione, a ingrossare ancor più la già gonfie bollette elettriche delle imprese trevigiane stanno contribuendo pure i condizionatori accesi a tutta in stabilimenti e uffici per lenire il gran caldo di questo inizio estate. Non sarà la voce forse più cospicua, ma di certo non aiuta a migliorare la situazione di molte aziende in crescente difficoltà per l'impennata del prezzo dell'elettricità e del gas.


MISURE INSUFFICIENTE
Non a caso la Confartigianato Marca Trevigiana sollecita l'intervento del governo per uno sconto nelle fatture, ad integrazione delle misure per contenere il caro-energia già varato. «Attualmente il problema principale delle imprese artigiane - conferma Oscar Bernardi, presidente provinciale dell'associazione imprenditoriale - è l'esponenziale aumento dei costi energetici e delle materie prime che non ha prospettive di risoluzione a breve termine. Uno scenario che mette a rischio la continuità aziendale di molte realtà produttive. Le nostre imprese, che già prima della pandemia pagavano il prezzo dell'energia elettrica più alto d'Europa, nel secondo semestre 2021, hanno subito aumenti dell'elettricità pari al 23,8 per cento, a fronte del 2,1 per cento di Francia e Germania». Il nuovo Decreto Energia ha dato alcune risposte, ad esempio stabilendo il mantenimento dell'aliquota Iva ridotta e l'azzeramento degli oneri generali di sistema sia per elettricità, sia per gas anche per il terzo trimestre 2022. Provvedimenti, spiegano da Confartigianato, che, tra l'altro, hanno recepito alcune richieste della stessa organizzazione di categoria. Ma che, tuttavia, non sono ancora sufficienti, soprattutto a fronte del prolungarsi della crisi energetica.


SEMPLIFICAZIONE


Da Confartigianato si auspicano passi ulteriori, a cominciare da una semplificazione burocratica delle procedure: «Chiediamo più concretezza di applicazione delle misure già contenute nelle ultime leggi promulgate - ribadisce Bernardi - Nonostante lo sforzo di tradurre le norme in calcoli semplici da parte dell'Agenzia delle Entrate, ad oggi, per le nostre imprese non gasivore né energivore, calcolare i crediti d'imposta spettanti è un ginepario». Per semplificare il calcolo del credito d'imposta Confartigianato propone che, qualora il fornitore di energia sia il medesimo tra i primi due trimestri del 2019 e i primi due trimestri del 2022, sia il venditore stesso a fornire i dati utili a determinare il contributo straordinario, favorendo la cessione diretta di quest'ultimo da impresa a fornitore di energia. Inoltre sollecita l'estensione del credito d'imposta in questione anche per il primo trimestre 2022. Si tratta di una traduzione in fatti delle misure già pensate e concesse dal Governo per sostenere imprese e occupazione, sottolinea il presidente. Siamo di fronte ad un'autentica emergenza che deve essere risolta con scelte concertate a livello europeo e con l'adozione di misure nazionali - conclude il leader degli artigiani della Marca -. A livello europeo è dirimente introdurre un tetto al prezzo del gas e, a livello italiano, prevedere interventi per contenere l'impatto dei rincari energetici sulle micro e piccole imprese».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino