Scuola, la preside spegne il Carnevale: «No differenze, maschere uguali per tutti gli alunni». Genitori in rivolta

Scuola, la dirigente spegne il carnevale: «No differenze, maschere uguali per tutti gli alunni». Genitori in rivolta
MANIAGO - “Gentili genitori, nei giorni scorsi ho chiesto ai docenti che fossero stati intenzionati a festeggiare il Carnevale a scuola di fare in modo che tutti gli alunni...

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MANIAGO - “Gentili genitori, nei giorni scorsi ho chiesto ai docenti che fossero stati intenzionati a festeggiare il Carnevale a scuola di fare in modo che tutti gli alunni potessero godere delle stesse opportunità, per questo motivo ho chiesto loro che si provvedesse noi a creare per tutti maschere al fine di evitare spiacevoli differenze e confronti. Ritengo che questa comunicazione sia stata fraintesa, perché mi giungono richieste di chiarimento: non voglio in alcun modo limitare i festeggiamenti che tanto attendiamo dopo un periodo di restrizioni, ma anzi coinvolgere tutti. La scuola, infatti, è luogo di condivisione e di pari opportunità. Ci saranno bambini che per le vie della città potranno poi sfoggiare gli abiti da principessa o da supereroe, lasciamo però che dentro queste mura, che sono presidio di democrazia, tutti, ma proprio tutti, festeggino senza differenze”. È la breve comunicazione che Laura Ruggiero, dirigente dell’Istituto comprensivo di Maniago, ha fatto alle famiglie, vietando le classiche feste in maschera del Giovedì grasso, le ultime possibili a scuola, perché da lunedì a mercoledì prossimo i bambini saranno a casa per le vacanze di Carnevale.


LA RIVOLTA
La disposizione ha scatenato una vera e propria rivolta tra le mamme, a partire da quelle della materna di Fratta, anche se il malcontento è diffuso in tutto il comune. Anche perchè, ad esempio, l’asilo privato di Maniagolibero ha invece proseguito nella tradizione dei travestimenti. “Abbiamo provato a darci una spiegazione ma davvero non l’abbiamo trovata - hanno riferito i genitori, rammaricandosi perchè ormai l’occasione è andata perduta fino al 2024 -: il Carnevale è sempre stato il momento dell’espressività e forse anche del livellamento delle differenze sociali. Una maschera, qualunque essa sia, mette di buon umore e nessun bambino penserebbe mai alla foggia del vestito. Un mantello, fatto anche del materiale più deteriorato che esista, ammanta chi lo indossa di un’aura mitica». Le recriminazioni non sono finite: «Il paradosso - riferiscono le mamme - è che normalmente non esiste nella nostra scuola alcun dress-code. Nemmeno il grembiule. Dunque, ogni singolo giorno dell’anno, volendolo, i piccoli potrebbero essere vestiti con abiti firmati da stilisti d’alta moda. Ovviamente, non accade: perchè tutti i genitori prediligono la praticità e non c’è alcuna ostentazione. Anche nel caso della festa di Carnevale ci eravamo messi a disposizione per fornire maschere, di cui tutti abbiamo abbondanza negli armadi, grazie a fratelli e cugini più grandi, nel malaugurato caso che qualcuno non avesse davvero nemmeno un abito vecchio da riadattare. Quindi, senza alcun onere per nessuno: non è bastato, la dirigente è stata inflessibile. E noi non possiamo soprassedere a questa cultura dell’omologazione a ogni costo, anche quando l’evento è di per sé quello che dà maggior sfogo alla creatività a prescindere dal censo».

 
L’IMBARAZZO


I genitori salvano la maestre: «Erano in evidente imbarazzo e sono state bravissime a realizzare per tutti maschere di cartapesta che coprivano soltanto gli occhi. Ma l’effetto non è stato lo stesso: il Giovedì grasso in maschera è un’altra cosa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino