«Treviso si candida a diventare capitale della cultura 2026 ma non ha neanche un cinema in città»

Carlotta Bazza
TREVISO - «Treviso si candida a diventare capitale della cultura 2026 ma non ha neanche un cinema in città». L'attacco all'amministrazione comunale...

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TREVISO - «Treviso si candida a diventare capitale della cultura 2026 ma non ha neanche un cinema in città». L'attacco all'amministrazione comunale guidata dal sindaco Mario Conte è sferrato dalla consigliera comunale del Pd Carlotta Bazza, che denuncia non solo la situazione delle sale cinematografiche a Treviso («una volta ne vantava cinque, quasi tutte dismesse negli ultimi dieci anni e trasformate in appartamenti di lusso») ma anche l'impossibilità di discutere la definizione del progetto di candidatura in quanto la commissione apposita è stata convocata solo il 22 settembre (quando la richiesta con un'interrogazione era stata presentata a luglio, ndr) quando il dossier per partecipare deve essere depositato il 27 settembre. «Troppo poco tempo per dare un contributo serio», afferma Bazza.


L'AFFONDO
«Riflettendo sulla possibilità di successo di questa impegnativa sfida, mi sono chiesta come Treviso possa darsi un obiettivo così ambizioso quando non dispone più di alcun cinema nel suo centro storico - sottolinea la consigliera comunale del Pd - Dopo la chiusura di Hesperia, Astra, embassy ed Hesperia, anche l'ex Corso rischia lo stesso destino, a meno che un imprenditore lungimirante, assennato e sensibile ai valori della cultura, non si faccia avanti per proporre una soluzione alternativa. La comunità trevigiana chiede con forza la riapertura di un cinema in città, non solo fonte di cultura e benessere psicologico per le persone, ma anche preziosa risorsa per valorizzare tutte le associazioni che contribuiscono alla vita culturale cittadina con eventi di grande spessore». 


LA PROPOSTA


Partendo da questa premessa, la consigliera Bazza sostiene che l'amministrazione, «per colmare questa mancanza, metta a disposizione di persone e associazioni spazi per cineforum, rassegne, dibattiti e incontri culturali. Devono essere luoghi vocati e adeguatamente attrezzati, sale da almeno 100 posti destinate specificatamente a questo fine, a costi di utilizzo accessibili per le associazioni e con un'agile iter burocratico nelle concessioni, con bonus e biglietti ridotti e agevolati per giovani e anziani.  Spazi in città ce ne sono, ma ci dovrebbe essere anche una sincera e concreta volontà a realizzare il progetto, mettendo in campo investimenti sicuri e mirati. Penso al Bailo, per esempio, con le sue ampie sale recentemente restaurate, ma ancora vuote». (ef) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino