Ristoratori in lutto, è morto Carlo Pasin, patron della Pasina: «Una colonna per tutto il settore»

Giancarlo "Carlo" Pasin
CASIER - La ristorazione trevigiana (e non solo) ha perso un’altra colonna. Ieri, nel primo pomeriggio, all’ospedale Cà Foncello di Treviso, si è spento...

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CASIER - La ristorazione trevigiana (e non solo) ha perso un’altra colonna. Ieri, nel primo pomeriggio, all’ospedale Cà Foncello di Treviso, si è spento Giancarlo Pasin, cuoco e patron del ristorante “Alla Pasina” di Dosson. Nato a Silea 79 anni addietro viveva a Dosson dove lascia la moglie Teresa Celotto, con la quale aveva iniziato l’attività di ristoratore, i figli Simone e Nicoletta, che percorrono la sua strada, i nipoti Martina, Tommaso, Andrea, Carletto, oltre a Katia e Mattia.

A metà dicembre, dopo un improvviso malore, aveva subito un delicato intervento causa un aneurisma all’aorta. Si era ripreso grazie alla sua forza, ritornando ai fornelli. Poi cinque settimane addietro un malore mentre rientrava a casa dal bellunese. Ricoverato all’ospedale di Belluno, poi trasferito a Treviso dove, dopo un ulteriore intervento al cuore, si stava riprendendo ma giovedì, poco dopo l’ora di pranzo, un ictus è stato fatale. Giancarlo (per tutti Carlo) era stato da giovane calciatore (Roncade, Ponte di Piave, San Donà, Salgareda) ed allenatore, soprattutto al Dosson, aveva iniziato a lavorare prima alla De Longhi e poi da Carniato come montatore e riparatore di cucine per la ristorazione.
LA PASSIONE
Appassionato di cucina, iniziò a cucinare a 17 anni per gli amici, maestra la mamma, quella passione divenne professione. Conosciuta l’amata Teresa, che sposò, iniziò l’attività all’osteria Alla Pasina a Dosson, dietro la chiesa, nel 1977, suo mentore Bepo Maffioli, poi frequentò corsi a Milano ed altrove. Una crescita costante preparando piatti della tradizione. Poi nel 2000 il trasferimento nell’attuale ristorante, a poca distanza, dove era la colonna della cucina. Tra i tanti piatti, Carlo era riconosciuto come il re del risotto (in primis con il radicchio di Treviso) che ha fatto degustare in svariati eventi in giro per l’Italia, l’Europa, in Russia ed altri paesi. E amava sottolineare: «Quando ghe se roba fresca, se fa sempre bea figura». Mentre la pasta e fagioli, con il radicchio, era «El pì bel magnare del mondo».

I COLLEGHI 
«Era come un fratello - lo ricorda Egidio Fior, tra l’altro presidente del gruppo ristoranti del radicchio - una grande perdita. La sua esperienza era una guida per noi, sempre presente e in prima linea. Era sempre disponibile».


Luigi “Gigetto” Bortolini: «Oltre ad aver perso un collega stimato con il quale ho condiviso tanti eventi, ho perso un amico di lunga data tanto è vero che il suo pranzo di matrimonio ha voluto farlo da me. Era di una bontà straordinaria». Celeste Tonon: «Una notizia terribile, una grave perdita per il nostro mondo. Carlo era una persona di grande bontà e disponibilità». «Carlo è stato una persona e un collega meraviglioso -sottolinea Guido Albertini- una storia di 45 anni condivisa che non si può dimenticare, sempre disponibile e pronto per ogni evento». Andrea Procida sottolinea: «Era semplicemente squisito, ha fatto la storia della ristorazione trevigiana di quel gruppo stupendo che hanno fatto conoscere la Marca. Partendo dal nulla da saputo dare molto».

 

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Il Gazzettino