Carlo, 69 anni, il pensionato che ripulisce il bosco

Carlo Carluska Colle
BORGO VALBELLUNA - Spende il suo tempo libero per difendere la natura....

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BORGO VALBELLUNA - Spende il suo tempo libero per difendere la natura. Lo fa da anni e lo fa in silenzio. Carlo Carluska Colle, 69 anni, monta sulla sua bicicletta Bianchi rossa, si porta dietro guanti, paletta e borse per raccogliere i rifiuti che incivili abbandonano in mezzo al bosco, sul greto del Piave proprio nella zona di Salet di Sotto, ad uno schioppo da casa sua: Cesana a Lentiai. Una volta arrivato sul posto, comincia ad ispezionare il territorio. Comincia col vetro, «perché in quest'area vengono effettuati spesso dei pic nic», racconta. Sul tavolo, lunedì, c'erano per l'appunto due bottiglie di birra finite e lasciate sul tavolo di legno che l'amministrazione ha posizionato per agevolare le famiglie o gli amici che aspirano a godersi un po' di tempo vicino al fiume. Basta addentrarsi di poco all'interno del bosco che subito se ne trovano altre, semi coperte da foglie e vegetali. Si trovano anche tovaglioli e carta da cucina, che probabilmente rivestiva un bel panino al prosciutto, «ma anziché riportarseli a casa e gettarle nella spazzatura è stato preferito lasciarle qui. Ripasserò dopo fa sapere il volontario ora dedichiamoci alla plastica, poi con un'altra borsa torneremo per il resto». Usa il plurale Carlo, perché talvolta riesce a coinvolgere anche altre persone nei suoi giri di raccolta, essendo anche un volontario dell'Auser Il narciso, dedito al trasporto di inabili. Della serie: far del bene è proprio contagioso. Addentrandoci ulteriormente nel bosco, ma non di molto la sorpresa, purtroppo in senso negativo, è grande: prima ci si imbatte in scarti dell'edilizia, «sembra materiale sintetico per isolamenti e parti di demolizioni», poi, poco dopo, a pochi passi da parecchie tane di tassi (quella zona, infatti, risulta un ambiente favorevole per questo magnifico mammifero) si trova niente poco di meno che un pneumatico di un camion di grossa cilindrata. Pesa molto e, di certo, portarlo sino a lì è costato tempo e fatica: «Non era meglio lasciarlo direttamente all'ecocentro, se si è presi il disturbo di abbandonarlo qui, decisamente fuori mano?». Il pneumatico è un rifiuto, diremmo speciale, e meriterà un viaggio apposta in discarica anche per Carlo: «Bisogna toglierlo perché fra qualche anno si trasformerà in microplastiche e tutto prima o poi finisce nel mare. Basta una piena e qui sono anche piuttosto frequenti», spiega. Non è finita qui, pochi passi più avanti si trova un sacchetto piuttosto grande. Dentro ci sono cose morbide e non puzzolenti: una volta aperto con guanti e forbici si scopre che ci sono vecchie coperte e vestiti ormai vecchi, ma non logori. Appoggiato su un albero anche una sbarra di ferro, probabilmente una recinzione per un orto che ormai non serviva più. 

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Il Gazzettino