L'ultima foto di Carlo Alberto a Vittorio Veneto: era la sua prima gara. «Sarà intitolata a lui»

L'ultima foto di Carlo Alberto Conte
PADOVA - «E’ successo quello che mai avremmo creduto che potesse accadere: Carlo Alberto Conte, 12 anni, non ce l’ha...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA - «E’ successo quello che mai avremmo creduto che potesse accadere: Carlo Alberto Conte, 12 anni, non ce l’ha fatta. Domenica 23 gennaio nei prati di Vittorio Veneto il giovane atleta delle Fiamme Oro stava prendendo parte al cross “Città della Vittoria”, la sua prima gara di atletica, i suoi primi 1000 metri cronometrati. Ieri sera in all’Ospedale di Treviso il suo cuore ha smesso di battere. Per sempre».

Così in un comunicato stampa le Fiamme Oro di Padova piangono Carlo Alberto.

Il direttore tecnico

«Per me e per tutti i miei collaboratori questo non è solamente un lavoro» – dichiara Sergio Baldo responsabile e direttore tecnico delle Fiamme Oro atletica – «Noi alleniamo e gestiamo ogni giorno i ragazzi come se fossero nostri figli, l’obiettivo principale non sono i risultati ma crescere insieme e fare gruppo. Sul campo condividiamo momenti meravigliosi e delusioni, perché siamo una squadra, oserei dire anche una famiglia per l’affetto e il coinvolgimento nelle vite dei nostri atleti. Da novembre 2021 Carlo Alberto faceva parte di questa squadra e ora tutte le Fiamme Oro non possono che stringersi attorno alla sua famiglia in un abbraccio davvero colmo di affetto».

Il capitano

«Questa notizia per me è un fulmine a ciel sereno» – commenta a caldo il capitano della squadra Roberto Bertolini – «Un anno fa sono diventato papà e anche per questo motivo la tragedia di Carlo Alberto mi ha colpito profondamente. Noi atleti della prima squadra rappresentiamo per i ragazzi del centro giovanile una sorta di modello, un riferimento e anche un obiettivo a cui tendere. Ci accomuna la passione immensa per questo sport e per questa squadra. So che per Carlo Alberto era esattamente così: lui voleva fare atletica con le Fiamme Oro e per questo motivo sarà per sempre un atleta cremisi perché non conta quante volte tu abbia indossato questa maglia o i risultati ottenuti, ma solo con quanto orgoglio tu l’abbia fatto».

 Carlo Alberto abitava in Prato della Valle, la piazza simbolo di Padova, distante poche centinaia di metri dalla sede delle Fiamme Oro, il 2° Reparto Mobile della Polizia di Stato. Studente modello, frequentava la II media presso la Scuola “Giovanni Pascoli”. Ieri mattina la sua classe aveva organizzato una messa per pregare per lui presso la Basilica del Santo di Padova.

La prof

«Amava la storia ma anche il disegno tecnico, passione ereditata dal nonno e dallo zio materno. Aveva molto da dare, ti guardava fisso negli occhi. Era proprio una bella persona» - questo è il ricordo tracciato dalla prof.ssa Tiziana Vidotto, coordinatrice del plesso della scuola “Giovanni Pascoli”.

Le mamme dei compagni di classe

E parole commosse arrivano proprio dalle mamme di alcuni suoi compagni di classe: «Studioso e appassionato, amava approfondire la storia e la tecnologia. Era molto sportivo: sciava, giocava a tennis e basket e non vedeva l’ora di ripetere l’esperienza della vela, già praticata l’estate scorsa con gli amici. Fin da piccolo era affascinato dalla Polizia e dalle Forze dell’Ordine, di cui sfoggiava con orgoglio stemmi e targhette. Amante del cubo di Rubik, si trovava spesso con gli amici per condividere momenti della giornata anche semplicemente con lunghe videochiamate». Un’altra mamma aggiunge: «Sempre affettuoso con la mamma e la sorella, cercava di seguire in tutti i modi l’esempio del suo amato papà, anche nella corsa e nella bicicletta. Era un ragazzo davvero speciale: aveva una marcia in più». E conclude: «A volte introverso, si sapeva far voler bene da tutti e aveva una parola gentile per ognuno. Con il suo fare geniale conquistava chiunque».

Era giovanissimo: il 27 marzo 2022 avrebbe compiuto 13 anni.

«Carlo Alberto è entrato subito nel cuore della squadra, con la sua spontaneità, il suo modo di fare unico, la sua spiccata intelligenza» – rivela la sua allenatrice Rosanna Martin «Ieri mi sono sentita con un suo compagno di classe e di allenamento, abbiamo parlato di Carlo Alberto e lui mi ha detto che era tanto buono. Mi ha colpito questo aggettivo perché non è comune che i ragazzi lo usino per definire i coetanei, ma per Carlo Albero è proprio azzeccato: buono e sensibile. Sorrido e mi commuovo ripensando a tanti episodi rivelatori del suo animo. Uno molto recente: al campo usavo sempre un paio di guanti rossi che però si erano bucati su un dito e Carlo Alberto lo aveva notato. Così a Natale è arrivato con un regalino per me: un bel paio di guanti rossi nuovi, senza buchi. Mi ha scaldato il cuore con quel gesto. Si era appassionato sempre più alle varie specialità dell’atletica, dalla corsa, ai salti, agli ostacoli e al lancio del vortex, che lui preferiva. Domenica ha voluto intensamente esserci, per essere della squadra e per indossare per la prima volta in gara la maglia delle Fiamme Oro, di cui andava orgogliosissimo. Questo mi rende felice. Resta una sofferenza enorme a cui come allenatrice è impossibile dare un senso, ma nel cuore ho la gioia di averlo conosciuto, abbracciato, aver tifato per lui e averlo stimolato ad essere un piccolo grande atleta».

A Vittorio Veneto domenica verso metà gara Carlo Alberto si è improvvisamente accasciato al suolo. L’assistenza all’atleta è stata immediata grazie alle due ambulanze presenti all’evento, una delle quali di soccorso avanzato. Ci sono stati altresì l’intervento tempestivo di due medici anestesisti, presenti occasionalmente sul posto, e il trasferimento con l’elisoccorso all’Ospedale di Treviso. Ma non è bastato. Ci mancherà l’energia e la spensieratezza di un ragazzo particolarmente sensibile e intelligente, innamorato della vita e dell’atletica.  

LA LETTERA 

"Cerchiamo senza trovarle parole che possano contenere il dolore e il senso di impotenza che hanno preso il sopravvento su di noi dal primo istante in cui ti sei sentito male. Ora sei parte dei nostri pensieri, incessantemente". Questo l'inzio della lettera delle società sportive Silca Ultralite Vittorio Veneto, Atletica Silca Conegliano e Silca S.p.A. "Ti abbiamo fotografato prima della gara, insieme ai tuoi compagni, eravate in riscaldamento, nel metterti in posa sotto alla mascherina, che non hai mai tolto, i tuoi occhi si sono quasi chiusi sotto la spinta del tuo sorriso. La tua prima gara, la nostra gara. 
Pensa l’abbiamo organizzata per 37 anni, un tempo così lungo da contenere i tuoi dodici per ben tre volte. Oggi sono solo i tuoi anni il numero più grande, il più significativo, l’unico che pesa sui nostri cuori. Siamo incapaci di accettare quanto ti è accaduto, di venire a patti con i tanti giorni di gioco, di gare, di studio e di avventure che ti spettavano e che ti sono stati tolti. Sei diventato così da subito parte delle nostre vite che abbiamo pensato quel giorno di non organizzarne più di gare, di non segnare più all’alba i percorsi, di non impegnarci più tra mille complessità per mettere insieme giornate di allenamenti e di eventi che permettono ad atleti come te di gareggiare e di esprimersi.  

Quanto ti è successo ha come portato via con sé una parte della gioia che ci ha sempre ripagato di tutti gli sforzi che ogni giorno facciamo solo per vedervi correre.
Vogliamo dedicarti la Gara, questa storia che ci ha impegnati per 37 anni e che ci ha permesso di conoscerti. Non ti è stato concesso quel giorno di raggiungere il traguardo, ma vorremmo che chiunque correrà in futuro, per quanto riusciremo ad organizzare, corra per una gara ed un traguardo che portano il tuo nome. Siamo in silenzio vicini al tuo papà, che ha condiviso di quel giorno ogni istante e che tanto ci ha insegnato con il suo composto ed infinito coraggio, alla tua mamma, a tua sorella, ai tuoi allenatori, al team Fiamme Oro, ai tuoi compagni di gara e di scuola e a chi ha tanto lottato per tenerti fra di noi. Tra noi sei rimasto".

 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino