Dopo il lockdown alla Caritas richieste aumentate del 40%

Dopo il lockdown alla Caritas richieste aumentate del 40%
PRATA - Dopo il lockdown causato dal Covid-19 le richiesta di aiuto alla Caritas locale sono aumentate di oltre il 40%. A metterlo in evidenza è don Pasquale Rea, reggente...

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PRATA - Dopo il lockdown causato dal Covid-19 le richiesta di aiuto alla Caritas locale sono aumentate di oltre il 40%. A metterlo in evidenza è don Pasquale Rea, reggente della parrocchia di Santa Lucia patrona di Prata. «Per far fronte all'incremento - sottolinea don pasquale - forniamo borse spesa andando insieme al supermercato, ma anche aiuti per pagare le bollette, indumenti e altro. Da noi arrivano soprattutto stranieri, ma anche italiani che si sono trovati senza lavoro e senza alcun reddito». L'appuntamento allo sportello della Caritas parrocchiale è ogni sabato dove, ad attendere chi ha bisogno di una mano sono i volontari che fanno la spesa e ricevono gli aiuti arrivati dagli oltre 6 mila fedeli che formano la parrocchia del capoluogo. 

«La nostra comunità - aggiunge il parroco - esprime una forte solidarietà e allena i giovani al volontariato». Don Pasquale fa inoltre sapere che «anche tanti commercianti hanno aderito alle nostre raccolte per fasce deboli sociali. Infatti, arrivano molti aiuti concreti nella nostra sede di via Roma». E comunque la solidarietà non va in ferie. «Le regole anti contagio hanno bloccato i pellegrinaggi e l'iniziativa di volontariato estivo per i giovani della parrocchia alla mensa Caritas a Napoli - fa sapere don Rea -, il nostro servizio solidale per i poveri in Campania sarà posticipato a dicembre, durante le vacanza natalizie». 

Auspicando che non ci sarà una seconda ondata di pandemia, l'impegno a Prata va avanti: «Il nostro servizio Caritas distribuisce olio d'oliva, legumi, carne in scatola, latte, brioche, caffè, marmellate, tonno e alimenti a lunga conservazione - aggiungono i volontari -; poi ci arrivano donazioni di omogeneizzati e prodotti per bambini, che sono sempre ben accetti. In molti si rivolgono in parrocchia dove sanno di trovare amici, disponibilità e un aiuto che non si nega a nessuno in caso di bisogno». «La speranza - conclude don Pasquale - è sulla ripresa produttiva, ci sono casi di povertà di famiglie che si sono trovate all'improvviso senza risorse. La carità cristiana risponde alle richieste, la nostra comunità è generosa. Senza lavoro e con l'assegno della cassa integrazione che ha tempi biblici, l'effetto è stato drammatico, da marzo a maggio 2020 si sono trovati con la dispensa vuota. Nel concreto, ci chiedono alimenti non danaro».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino