Sanità senza medici e infermieri: Friuli Venezia Giulia e Veneto tra le 9 regioni più in crisi

Sanità in crisi, carenza di medici e deserti sanitari: Friuli Venezia Giulia e Veneto tra le 9 regioni più colpite
La carenza di medici e infermieri è ormai un fenomeno che affligge tutta la penisola italiana, al punto da assumere i contorni di una "desertificazione...

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La carenza di medici e infermieri è ormai un fenomeno che affligge tutta la penisola italiana, al punto da assumere i contorni di una "desertificazione sanitaria". Secondo i dati emersi dal Report presentato da Cittadinanzattiva, nel corso dell'evento "Bisogno di salute nelle aree interne, tra desertificazione sanitaria e PNRR" svoltosi a Roma presso la Sala di Rappresentanza in Italia della Commisione Europea, emerge che tra le nove regioni italiane più in sofferenza il Friuli Venezia Giulia sarebbe al terzo posto. Quinto invece il Veneto (con le province di Treviso, Venezia e Verona). Una sanità in forte crisi che batte soprattutto su Lombardia e Piemonte, ai primi due posti dell'indagine condotta.

L'analisi ha utilizzato dati ufficiali forniti dal Ministero della Salute relativi al 2020 e rientra nell'ambito del progetto europeo AHEAD 'Action for Health and Equity: Addressing Medical Deserts', finanziato da EU4Health per trovare soluzioni a questi deserti sanitari. «Mancano dati certi, aggiornati e facilmente reperibili sulla carenza di personale sanitario - afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva - e questo non agevola la programmazione degli interventi. Le riforme previste dal PNRR potranno avere gli effetti sperati se all'investimento su case e ospedali di comunità si affiancherà un adeguato investimento sul personale».

Un aiuto importante contro la desertificazione sanitaria, ha detto Francesco Gabbrielli, direttore Centro nazionale per la telemedicina dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), «può arrivare dall'uso di dispositivi tecnologici per migliorare la riabilitazione, il monitoraggio e il consulto medico a distanza. Ma questa presuppone che la banda larga venga portata nelle aree interne e poco raggiungibili del Paese e che gli operatori sanitari accolgano la necessità di una formazione continua, per poter utilizzare al meglio strumenti molto utili ma in continua evoluzione». 

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Il Gazzettino