Scontri nel carcere di Santa Bona: nelle celle trovati droga, cellulari e un coltello

La casa circondariale di Treviso
TREVISO - Sono stati trovati droga, telefoni cellulari e anche un coltello nelle celle dei detenuti che nei giorni scorsi hanno causato disordini all’interno del carcere di...

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TREVISO - Sono stati trovati droga, telefoni cellulari e anche un coltello nelle celle dei detenuti che nei giorni scorsi hanno causato disordini all’interno del carcere di Santa Bona. È la comandante della Polizia penitenziaria della casa circondariale, la dirigente Maria Grazia Grassi, a sottolineare la preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare, lodando allo stesso tempo la professionalità e la compattezza dei suoi uomini che sono riusciti a far fronte all’emergenza. Lunedì sera un sessantenne italiano ha dato fuoco al suo letto, costringendo gli agenti non solo a intervenire per sventare un incendio più vasto, ma anche per evacuare 14 persone dal settore. La sera prima una guardia era stata aggredita, invece, da due detenuti.


 

LA PREOCCUPAZIONE
«I fatti in questione si sono definitivamente risolti ieri (giovedì, ndr) – spiega la comandante Grassi – In quest’ultima settimana si sono verificati diversi eventi critici in istituto, dall’aggressione del personale ai due incendi, fino al rinvenimento di telefoni cellulari e stupefacenti nella disponibilità dei detenuti». Grassi annuncia che la modalità di introduzione di droga e telefonini tra i carcerati è stata “intuita”, ma non entra nei dettagli degli accertamenti che sono stati svolti. Circostanze, dice, che in ogni caso preoccupano, anche perché nella disponibilità dei detenuti è stato trovato pure un coltello: «Abbiamo rinvenuto un’arma vera e propria – fa sapere Grassi – un coltellino di diciassette centimetri. Sono preoccupata innanzitutto per il personale che si trova a far fronte a queste emergenze. Tuttavia la penitenziaria di Treviso è un reparto molto unito: nelle due occasioni in cui si è reso necessario sono accorsi tutti, chi in servizio, chi da casa, e da soli, con le nostre forze, siamo riusciti ad arginare la situazione e a evitare che degenerasse». Sì, perché i responsabili di questi disordini «hanno tentato di istigare il resto della popolazione carceraria per porre in essere una rivolta», sottolinea la comandante della casa circondariale, eventualità che è stata però sventata.
 

I PROVVEDIMENTI


«Si trattava di individui singoli – chiarisce - che rivendicavano quello che erano riusciti ad avere, vale a dire droga e telefonini. A disordini sedati, grazie al supporto del Provveditorato regionale, sono stati allontanati». Un trasferimento che in genere scoraggia i diretti interessati dal replicare simili comportamenti: «Solitamente nella nuova sede decidono di assumere un atteggiamento diverso: non è bello neppure per loro essere trasferiti da un istituto all’altro, perché significa allontanarsi dai legami familiari e da quello che hanno costruito negli anni nelle sedi in cui sono rinchiusi». A Santa Bona è dunque ritornata la calma, anche se l’attenzione rimane inevitabilmente molto alta tra gli agenti. Ai quali va il pensiero della comandante: «Voglio pubblicamente ringraziare il personale di Treviso - conclude Grassi - che è rimasto unito e ha saputo fronteggiare queste situazioni di emergenza». Il sindaco di Treviso, Mario Conte, ha annunciato che nei prossimi giorni incontrerà i vertici della struttura penitenziaria di Santa Bona. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino