Il sindaco Gaffeo: "Solo la politica può fermare il carcere minorile in via Verdi"

La sede del Tribunale di Rovigo in via Verdi
 «Se il Tribunale se ne andrà da via Verdi non è colpa mia, ma dell’Amministrazione che ci ha preceduti». All’indomani del no del...

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 «Se il Tribunale se ne andrà da via Verdi non è colpa mia, ma dell’Amministrazione che ci ha preceduti». All’indomani del no del Governo allo stop del Carcere minorile nel cuore del Capoluogo, il sindaco Edoardo Gaffeo interviene per fare chiarezza sulla questione che in queste ore sta creando parecchie discussioni: l’arrivo di un nuovo carcere in via Verdi poteva essere evitato? E, se sì, di chi sono le responsabilità di tale “pasticcio”? «Ho fatto un’accurata verifica degli atti – spiega Gaffeo – Non c’è mai stato alcun interessamento da parte di Bergamin sulla questione dell’arrivo del carcere minorile nei locali dell’ex casa circondariale. Il dialogo tra Ministero di Grazia e Giustizia e Demanio per l’acquisizione dell’ex carcere di via Verdi è iniziato nel 2016. In tre anni l’ex Amministrazione aveva dunque la possibilità di intervenire per bloccare il passaggio che ha portato all’avanzamento del progetto esecutivo. E sì che c’è stato anche un momento in cui il colore politico dell’Amministrazione ero lo stesso del Governo, ma nonostante ciò, non si è mai mossa per dire no al Minorile». «Il Dap, ieri, mi ha confermato che i lavori per l’arrivo del carcere di Treviso in via Verdi sono in stato avanzato e l’obiettivo è di portarli a termine - ribadisce il sindaco - Solo un intervento della politica potrebbe rimettere in discussione il progetto. È Quello che faremo, appoggiati anche dal ministro Francesco Boccia».

Impercorribile, per Gaffeo l’idea degli avvocati di Rovigo di ampliare il Tribunale nel’ex carcere nonostante l’arrivo del Minorile. «Non è possibile – spiega il sindaco – Il Dap ieri mi ha mostrato il progetto che stanno realizzato in via Verdi: tutta l’area dell’ex carcere sarà interessata dalla struttura. È prevista la realizzazione di un campo da calcio, aree di lavoro e un orto per le attività rieducative dei giovani detenuti. La struttura verrà destinata esclusivamente ai minori, non c’è spazio per un eventuale ampliamento del Tribunale». «C’è poi da fare un’ulteriore considerazione – aggiunge il primo cittadino - Avviare i lavori dell’ampliamento del Tribunale in via Verdi significherebbe bloccare la città, comprese le vie adiacenti, per circa due anni, il tempo minimo necessario per terminare il cantiere. Un danno che potrebbe essere determinante per i commercianti. Ci sono poi problematiche relative alla viabilità e ai parcheggi. Ecco perché il Comune ha la responsabilità di effettuare una valutazione complessiva sull’ipotesi se sia conveniente o meno procedere su questa strada».
L’EX MADDALENA

Gaffeo interviene poi sull’ipotesi della realizzazione del palazzo di Giustizia nello stabile dell’ex ospedale Maddalena. Soluzione, quest’ultima, contestata dagli stessi avvocati, oltre che dalla maggioranza, proprio per la scarsità di parcheggi. «Anche questa informazione non è corretta – spiega il sindaco – in Commenda sono previsti 2500 parcheggi a cui si aggiungono quelli dell’area esterna. E saremo comunque all’interno del circondario della città. Se poi c’è chi per città intende solo le aree intorno alla piazza, è una presa di posizione discutibile». E contro chi lo accusa di rimangiarsi le promesse fatte: «In campagna elettorale abbiamo raccolto le firme per fare restare in centro il Tribunale, in quanto esisteva il pericolo concreto dello realizzazione della Cittadella della Giustizia al Censer. Il commissario e il presidente del Tribunale si erano attivati in questa direzione: solo successivamente è emerso che lo stabile era ipotecato e dunque la cosa non era fattibile. In quel caso il decentramento in viale Porta Adige rappresentava davvero un pericolo concreto». «Siamo nelle mani della politica – conclude Gaffeo -, l’arrivo del Carcere Minorile, al di là dell’ampliamento o meno del Tribunale in via Verdi, rischia di portarci problematiche difficili da gestire. I servizi sociali e le associazioni che già lavorano all’interno del penitenziario della Tangenziale est sono in forte difficoltà nella gestione dei 100 detenuti ad alta pericolosità, servono servizi ad hoc che non sono presenti nel nostro Comune. Lo stesso succederà con l’arrivo dei 15 minori provenienti da Treviso. Rovigo, dal punto di vista dei servizi, non è preparata a gestire una tale richiesta. E’ questo che faremo presente con la mozione che voteremo i consiglio il 18 febbraio».
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Il Gazzettino