Carcere di Treviso, gravi disordini e violenze sugli agenti della Penitenziaria: «Un detenuto ha distrutto l'infermeria e ingerito del vetro»

La casa circondariale di Treviso
TREVISO - Nella casa circondariale di Via S.Bona Nuova ne stanno succedendo di tutti i colori. Stando infatti a qaunto riporta il Sappe (sindacato della Polizia...

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TREVISO - Nella casa circondariale di Via S.Bona Nuova ne stanno succedendo di tutti i colori. Stando infatti a qaunto riporta il Sappe (sindacato della Polizia Penitenziaria), dentro le mura del carcere del Triveneto «permane alta tensione» per via dei comportamenti estremamente violenti dei detenuti.

«Ancora follia e violenze nei confronti degli agenti della Polizia Penitenziaria - avverte Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del Sappe - Una situazione sempre critica ed allarmante». Vona racconta poi gli ultimi tre giorni di follia nel carcere: «Ieri mattina, un detenuto tunisino, tossicodipendente, arrivato per motivi di sicurezza, ha distrutto l'infermeria. Poi ha dato ferro e fuoco al primo piano circondariale ingerendo, a suo dire, del vetro e poi è stato portato in ospedale in osservazione per 48h (piantonato da 5 colleghi) ed anche lì sta facendo il matto, distruggendo tutto quel che poteva. Un altro detenuto ha sferrato due pugni al volto ad un collega mentre lo accompagnava alla socialità. In tutto questo, per i poliziotti riposi revocati, turni da 14 ore, pomeriggi e notti». 

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, «la situazione è sempre più critica a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l'immediata applicazione dell'articolo 14 bis dell'ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato».

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Il Gazzettino