Carburanti a prezzo stracciato, maxi frode Iva: 10 denunciati, fatture false per 113 milioni

Carburanti a prezzo stracciato, maxi frode Iva: 10 denunciati, fatture false per 113 milioni
VENEZIA - La Guardia di Finanza di Venezia, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia, ha individuato 10 soggetti coinvolti in una maxi frode fiscale...

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VENEZIA - La Guardia di Finanza di Venezia, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia, ha individuato 10 soggetti coinvolti in una maxi frode fiscale nel commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi con gravi elementi, raccolti dalle Fiamme Gialle di San Donà di Piave, di evasione Iva per oltre 20 milioni di euro realizzata attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture false per un ammontare di 113 milioni di euro.

L'obiettivo della truffa era l'immissione sul mercato di carburante per autotrazione a prezzo particolarmente concorrenziale, grazie all’evasione dell’Iva ottenuta mediante false operazioni di compravendita del prodotto tra società di comodo, prima della consegna alla destinazione finale.

Il meccanismo truffaldino

Le indagini hanno interessato 2 distinte filiere illecite. Nella prima, il carburante, che risulterebbe acquistato dagli organizzatori della frode da depositi dell’est Europa, giungeva direttamente presso distributori all’ingrosso e pompe bianche del Veneto, da dove veniva distribuito ai consumatori finali. Sul piano cartolare, il percorso del prodotto era invece molto più tortuoso e articolato e prevedeva: il suo approvvigionamento da un fornitore sloveno ad opera di 5 società cartiere collocate in diverse regioni italiane il cui compito era quello di farsi carico dell’Iva derivante dagli acquisti per poi non adempiere ai conseguenti obblighi di versamento; la successiva rivendita ad un prezzo ribassato – dovuto al mancato versamento dell’Iva da parte delle società cartiere – delle medesime partite di carburante ad una società riconducibile a 2 degli indagati, la cui sede era stata formalmente stabilita in Albania ma che, di fatto, risulterebbe gestita dall’Italia; la cessione finale della merce da parte della società albanese sia nei confronti di altri operatori commerciali all’ingrosso sia di distributori stradali, ad un prezzo molto competitivo (circa 700 euro in meno per ogni cisterna) stante l’avvenuta evasione delle imposte dovute.

Nel secondo filone, invece, sono state acquisite prove del coinvolgimento di un noto operatore all’ingrosso di prodotti petroliferi che avrebbe contabilizzato false fatture per acquisti di prodotti petroliferi emesse, oltre che dalla società albanese, da una società “cartiera” con sede fittizia a Roma (controllata da una società di comodo con sede fittizia a Malta) e da 2 imprese di comodo con sede occulta in provincia di Napoli. 2 delle società cartiere coinvolte nelle frodi individuate, dopo aver movimentato ingenti volumi di prodotti petroliferi, hanno fittiziamente trasferito la sede a Roma e, contestualmente, hanno ceduto le quote societarie a soggetti prestanome dell’Est Europa che si sono resi irreperibili.

 

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Il Gazzettino