BELLUNO - Sciatori sempre più disciplinati e attrezzati, ma per un “selfie” dalla pista più dura fanno follie. È il bilancio della stagione dei...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I NUMERI
I carabinieri abilitati alla vigilanza sulle piste sono in totale 43 (13 nella compagnia di Belluno, 28 a Cortina e 2 a Feltre). Si sono divisi nella stagione 2017-2018 appena conclusa tra Cortina (275 servizi), il Civetta (127 servizi), la Val di Zoldo (89), Arabba (105), Falcade (53) e il Nevegal (85). Negli oltre 700 servizi sono stati impiegati 1475 militari (hanno lavorato sempre e i 43 carabinieri-sciatori nei vari servizi). Gli incidenti si sono verificati principalmente sul Civetta (127 soccorsi), poi a ruota Cortina (122), Arabba (105), Val di Zoldo (89), Falcade (53). Nessun dato registrato invece in Nevegal. «È una delle poche stazioni in cui il gestore si gestisce in proprio il soccorso e noi facciamo vigilanza», ha spigato il maresciallo Tomaselli. Le statistiche indicano che la maggior parte degli incidenti si è registrata il sabato e di domenica, nella fascia oraria 12-13. La maggioranza degli interventi di soccorso ha riguardato cadute accidentali, mentre le collisioni fra persone sono state meno frequenti. Infine, i militari dell’Arma hanno contestato 6 violazioni amministrative, molte delle quali per gli sci lasciati in mezzo alla pista o per le discese notturne in Nevegal (vietate da un apposita ordinanza del sindaco).
LE REGOLE
«Oltre all’evento fortuito - ha spiegato il comandante di Cortina, capitano Biasone - ci sono componenti come pericolo oggettivi. Sempre meno riscontriamo l’utilizzo di materiali non omologati, cosa che in passato era più frequente. Da parte degli utenti maggiori di 14 anni (sotto è obbligatorio è sempre più diffuso l’utilizzo del caso un ausilio in più. Non è previsto ma è consigliabile l’utilizzo di guscio spinale per la protezione della colonna». «Fondamentale poi è l’approccio dello sciatore - ha proseguito -. Dobbiamo aggiungere poi la capacità che ognuno dovrebbe avere di saper valutare le condizioni della neve e le condizioni della pista in base alle proprie reali capacità e non alla aspirazione di fare la nuova pista che è stata aperta con 55% di pendenza sul muro finale, perché così posso dire di aver fatto una pista particolarmente impegnativa e posso fare il “selfie”, postarlo su Instagram per far sapere a tutti quelli che mi seguono che ho fatto una cosa che era al di là delle mie capacità. L’utilizzo del buon senso è fondamentale, per evitare incidenti a noi stessi e agli altri». Frequenti infine i casi di chi sale su una pista al di sopra delle proprie possibilità e scende poi con sci in spalla e scarponi su muri ripidi, creando pericolo per tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino