Sorpresa a Centro di recupero animali selvatici di Sant'Artemio: nato un dolcissimo capriolo

Sorpresa a Centro di recupero: nato un dolcissimo capriolo, poi verrà liberato con la mamma
TREVISO – Lo hanno già ribattezzato “Bambi”. Non si sa ancora se sia maschio o femmina, ma l’emozione era troppa. E’ arrivata la cicogna,...

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TREVISO – Lo hanno già ribattezzato “Bambi”. Non si sa ancora se sia maschio o femmina, ma l’emozione era troppa. E’ arrivata la cicogna, stavolta in senso figurato, nel Centro di recupero animali selvatici della Provincia di Treviso. Nel polo accanto al Sant’Artemio è venuto alla luce un nuovo cucciolo di capriolo. Un po’ a sorpresa.

«I volontari che fanno il giro per dare da mangiare agli animali si sono ritrovati a salutare un nuovo piccolo arrivato all’interno delle recinzioni delle capriole femmina», spiegano dal centro guidato da Michela Dugar. Il fiocco azzurro o rosa, ancora da determinare, non era infatti cosa scontata. «C’erano tre capriole femmina in attesa di riabilitarsi per poi essere liberate – specificano – una era in dolce attesa ormai da parecchio. Avevamo sempre evitato farmaci non adatti alla gravidanza e ridotto lo stress al minimo, nella speranza che riuscisse a portarla a termine. Ma non mancavano le preoccupazioni. Non sapevamo entro quando ci avrebbe fatto conoscere il suo piccolo, oppure se avrebbe preferito aspettare di essere liberata prima di darlo alla luce». Ecco perché è stata una sorpresa. Il cucciolo ora sta bene. Ha già iniziato a scorrazzare accanto alla madre. Non appena sarà possibile verranno liberati entrambi.

«Non sappiamo ancora se il piccolo sia un lui o una lei – precisano dal Cras – per evitare di far agitare mamma e cucciolo ci terremo questo dubbio». Le gravidanze delle capriole sono complesse. «L'accoppiamento del capriolo avviene tra luglio e agosto. Fino ad arrivare ai parti tra aprile e maggio – fanno il punto dal Centro di recupero animali selvatici – com’è possibile che un’animale così piccolo possa far fronte a una gestazione di 290 giorni? Ovvero 9 mesi? In realtà questo piccolo ungulato, come molti altri animali, nasconde un segreto che permette alle femmine di far fronte a una tipica e comune gestazione di circa 4 mesi senza partorire durante l’inverno. Anche se l’accoppiamento con i maschi rientra tra i mesi di luglio e agosto, l’embrione non inizia a svilupparsi subito, ma va incontro a un periodo di quiescenza di circa 5 mesi, grossomodo fino a dicembre. Questo lungo periodo di stasi nello sviluppo dell'embrione è noto come diapausa embrionale – concludono – e permette, per l’appunto, un parto tranquillo nei mesi più caldi».

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Il Gazzettino