Padova. Sfruttava i lavoratori al Maap, licenziato il dipendente bengalese accusato di essere un caporale

I Cobas hanno anche reso noto che tutta la vicenda che tocca dai 35 ai 40 lavoratori in base alla stagionalità, è stata denunciata alle autorità competenti

Maap
PADOVA - La denuncia di caporalato, mossa dai sindacati, nei confronti di due coop operative all'interno del Maap ha avuto l'effetto sperato o almeno in parte. Il...

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PADOVA - La denuncia di caporalato, mossa dai sindacati, nei confronti di due coop operative all'interno del Maap ha avuto l'effetto sperato o almeno in parte. Il presidente delle cooperative, ieri mattina e con effetto immediato, ha licenziato un dipendente bengalese accusato di essere un caporale. Il secondo sfruttatore, un romeno, invece è un lavoratore di una Srl sempre operante nell'ambito del mercato agroalimentare di corso Stati Uniti. Per lui, al momento, non è stato attuato alcun provvedimento.

Caporale licenziato

«Non appena venuti a conoscenza di quanto denunciato dai lavoratori, di cui eravamo all'oscuro, abbiamo licenziato il dipendente bengalese che si è reso protagonista delle vessazioni, tra l'altro considerato il suo ruolo percepiva anche un ottimo stipendio - ha annuncia il presidente delle coop - abbiamo interpellato i nostri operai che hanno ammesso di aver versato somme ai due uomini che si occupavano di impartire loro gli ordini per le lavorazioni». E ancora: «Non abbiamo invece potuto intervenire sulla seconda persona, precisiamo che si tratta di un romeno e non di un moldavo, in quanto non è un nostro dipendente. I ragazzi ci hanno confermato che chiedeva denaro e si tratta di somme molto consistenti». Il presidente, presente nel mercato ortofrutticolo da 23 anni, sottolinea inoltre che la Due Erre, il grossista per il quale lavorano le coop al centro della vicenda è un'azienda seria. «Abbiamo sempre lavorato molto bene perchè il nostro cliente è una persona eccezionale e corretta - ha continuato - Per lui noi svolgiamo la lavorazione della frutta e dell'imballaggio quello che poi arriva ai negozi e il tutto viene fatturato alla Due Erre». Il presidente delle coop ha voluto poi spiegare la questione relativa agli stipendi sollevata da Adl Cobas, il sindacato a cui si sono rivolti i lavoratori. «Noi retribuiamo i lavoratori con buste paga onnicomprensive, ossia ogni mese lo stipendio comprende una quota ferie e una quota di tredicesima e quattordicesima. In pratica i dipendenti hanno 12 mensilità ma è come fossero pagati per 14 mensilità - ha spiegato il presidente - il tutto si traduce in circa 2.500 euro in più all'anno anche perchè la nostra paga oraria è più alta di quella che prevede il contratto nazionale ed abbiamo sempre agito in questo modo e questo siamo pronti a dimostrarlo in qualunque momento».

L'inchiesta

I Cobas hanno anche reso noto che tutta la vicenda che tocca dai 35 ai 40 lavoratori in base alla stagionalità, è stata denunciata alle autorità competenti. Un'indagine da parte della Procura che, molto probabilmente è in corso già da tempo. «Nel luglio scorso sia uomini dell'ispettorato del lavoro che della guardia di finanza hanno acquisito materiale dai nostri uffici comprese le buste paga degli ultimi 5 anni - ha concluso il presidente - al nostro gruppo di cooperative, in ogni caso, non è stato contestato nulla». La Due Erre, subito dopo la denuncia del sindacato, aveva dichiarato di essere totalmente all'oscuro di quanto accadeva sottolineando la condanna dell'accaduto e ribadendo la correttezza del proprio operato. Eguale condanna era stata espressa anche dal presidente del Maap Mario Liccardo.

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Il Gazzettino