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PADOVA - La vicenda di caporalato denunciata da Adl Cobas all'interno del Maap, il mercato ortofrutticolo di Corso Stati Uniti, non si placa. Dopo il licenziamento dei coordinatori dei lavoratori accusati di farsi consegnare dagli stessi parte dello stipendio per poter continuare a lavorare, ieri si è registrata l'autosospensione del grossista per il quale le coop operano.
L'autosospensione
Ad annunciarlo lo stesso Maap. «Il titolare della ditta Due Erre Sas, Romeo Zanotto menzionata da Adl Cobas lunedì scorso, in occasione della riunione del Cda di Maap ha comunicato di autosospendersi con effetto immediato dai ruoli di vice presidente e consigliere dell'ente - scrive in una nota la direzione - dichiarando di compiere tale passo esclusivamente per ragioni di opportunità, pur ribadendo la contestazione di ogni suo coinvolgimento nella vicenda e riservandosi di condividere con il gruppo grossisti ogni ulteriore determinazione nei prossimi giorni.
La battaglia
Sulla vicenda torna anche il sindacato Adl Cobas, al quale il presidente delle cooperative coinvolte annuncia di aver richiesto un confronto. «La nostra denuncia ha prodotto i primi importantissimi risultati: i lavoratori stanno continuando a lavorare e i caporali sono stati estromessi dal mercato - commenta Luca Dall'Agnol - ma per tornare alla normalità condizioni di lavoro e buste paga devono essere regolarizzate e riconosciute le differenze retributive». Devis Rizzo, presidente Legacoop Veneto afferma: «Continueremo a combattere le situazioni di illegalità. Il movimento cooperativo è parte lesa, serve un albo fornitori per garantire controlli e tutela del lavoro. Denunciamo da tempo come quello della logistica sia un sistema inquinato da comportamenti di sfruttamento del lavoro e illegalità, e i recenti fatti di Padova purtroppo lo confermano ancora una volta. L'ennesima vicenda di illeciti che vede al centro alcune false cooperative operanti al Maap, a pagarne il prezzo per prime sono le coop nostre associate impegnate ogni giorno a fare i conti sul campo con situazioni di dumping social e concorrenza sleale e a rinnovare nel quotidiano la scelta precisa di non scendere a patti con tali dinamiche». La senatrice Barbara Guidolin 5 Stelle sottolinea: «I lavoratori, impiegati come facchini e preparatori di frutta e verdura, hanno riportato violazioni gravi dei loro diritti. Oltre a dover versare somme di denaro, erano spesso costretti a subire minacce verbali e talvolta fisiche, in condizioni disumane. Seguirò personalmente gli sviluppi di questo ennesimo sfregio al lavoro ed alla sopravvivenza». Del caso si occupa anche il consigliere regionale Elena Ostanel (VcV). «Già in occasione di altri casi simili avevo chiesto alla Giunta Zaia di potenziare la dotazione di personale degli Spisal, la cui penuria di organico è una costante».
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