CAVARZERE - A distanza di un mese erano in un altro appezzamento di terra a sfruttare i propri connazionali facendoli lavorare come schiavi. Sempre la solita coppia di cittadini...
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A scovarli ancora i carabinieri dell'Ispettorato del lavoro di Venezia con l'ausilio dei colleghi di Chioggia, Cavarzere e con la collaborazione del 14. Nucleo elicotteri di Treviso. Perchè, per trovare le baracche e le colture, i carabinieri si sono alzati in volo ed hanno perlustrato la campagna. Dall'alto hanno visto una serie di baracche in laminato che poi hanno scoperto essere le case di sette bengalesi, dei quali due clandestini che sono stati poi espulsi. Le condizioni all'interno indecenti. Cartoni a terra, brande luride, avanzi di cibo e uno stanzino schifoso usato come bagno. A gestire il gruppo di contadini la coppia di bengalesi che è stata quindi denunciata per sfruttamento del lavoro nero, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e utilizzo di lavoratori clandestini. Tutte accuse pesanti a cui si somma una sanzione amministrativa da 50mila euro.
I carabinieri dopo aver avvistato la piantagione dall'alto, hanno fatto una serie di servizi di osservazione a terra fino al blitz alle 10 del mattino del 2 dicembre. Quando sono entrati in azione il titolare dell'attività non c'era, ma è arrivato proprio nel bel mezzo dell'ispezione. Appena si è accorto dei carabinieri ha anche cercato di fuggire, ma è stato raggiunto e bloccato.
La coppia di sfruttatori è stata così nuovamente denunciata e la loro posizione è ora al vaglio dell'autorità giudiziaria, così come è stato denunciato un bengalese clandestino che era stato trovato anche nel precedente blitz a Sant'Anna. Il proprietario del fondo è un italiano che ha detto di non sapere nulla di quanto succedeva nella sua proprietà. I lavoratori, tutti in nero, nel loro curriculum hanno qualche mese di contratti regolari, forse solo per ottenere il permesso di soggiorno. «Non escludiamo che ci possano essere altri terreni che presentano analoghe situazioni - spiega il maresciallo Fabio Ricco che ha coordinato l'operazione per l'Ispettorato del lavoro - per questo continuiamo ad indagare anche con l'ausilio degli elicotteri». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino