Capanna artigianale ai murazzi costruita dal marinaio Actv, i vigili: «Va demolita»

La capanna ai murazzi
LIDO  - Nelle ultime ore sui social dell'isola non si parla d'altro: una piccola capanna di legno, provvisoria, costruita con tanta passione e impegno da due...

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LIDO  - Nelle ultime ore sui social dell'isola non si parla d'altro: una piccola capanna di legno, provvisoria, costruita con tanta passione e impegno da due cittadini, Alessandro Busetto, marinaio Actv, e dal padre ottantenne, è stata presa di mira. La costruzione, realizzata con materiali di recupero ma senza permessi con metodi artigianali, si trova ai Murazzi, in località Ca' Bianca. Un insieme di pali in legno legati tra loro con dei pannelli di canne di bambu. Sono arrivate alcune segnalazioni che hanno spinto la polizia locale a intervenire. Così martedì pomeriggio i vigili urbani hanno trovato Alessandro e il padre mentre montavano l'altalena dove avevano in mente di far salire i bambini per l'estate. I vigili urbani hanno constatato che non vi erano autorizzazioni e perciò hanno invitato i Busetto a provvedere al più presto alla demolizione della capanna. Se questo non avvenisse i due rischiano una denuncia penale. La struttura, pur essendo rimovibile, avrebbe bisogno di specifici permessi, da parte degli uffici urbanistici del Comune, perchè potrebbe deturpare il paesaggio circostante. E questo sui social ha scatenato una sollevazione.

Tutti hanno dimostrato grande solidarietà verso Alessandro e il padre, testimoniando un apprezzamento sincero per la qualità dell'opera. Oltre alle attestazioni di stima per quanto fatto è partita una raffica di critiche verso coloro che, rimanendo anonimi, hanno fatto la segnalazione. La richiesta è stata che la piccola capanna possa rimanere in piedi, almeno per questa estate, per potervi far giocare i bambini, in un tratto di arenile, lungo i Murazzi, che è a fruizione libera. «Una capanna fatta tutta con le mie mani - racconta Alessandro Busetto - l'abbiamo costruita, insieme a mio padre, dedicandoci un intero mese di lavoro, a marzo, nel tempo libero. L'intenzione era quella di farci giocare le mie figlie, ma non solo, vorrei metterla a disposizione di tutti coloro che vogliono vivere la spiaggia. Un punto di riferimento aperto e a disposizione di tutti, senza distinzioni. Un'idea nata senza pretese. Alla fine, però, questa capanna è piaciuta, e ne sono felice. Ma amareggiato dalla richiesta finale di buttarla giù, senza avere la soddisfazione di farla provare, dopo tanta fatica per costruirla, ai bambini un giorno d'estate». Ci si chiede quale sarà la conclusione di questa vicenda: prevarrà la dura legge, che deve essere rispettata e dunque la burocrazia, oppure l'entusiasmo popolare?
Lorenzo Mayer
 

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Il Gazzettino