Commercio. Polveriera Ascom a Treviso: la Marca nel mirino dei vertici regionali

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Il caso Treviso dell'Ascom nel mirino dei vertici regionali
TREVISO - «Affronterò i presidenti di mandamento, voglio fare luce e capire cosa sta succedendo. Ma una cosa deve essere chiara: la situazione di Treviso non...

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TREVISO - «Affronterò i presidenti di mandamento, voglio fare luce e capire cosa sta succedendo. Ma una cosa deve essere chiara: la situazione di Treviso non è tollerabile e va risolta entro la fine dell’anno. E chi non si sente in condizione di portare avanti il rinnovamento dovrà per forza di cose fare un passo indietro». Più chiaro di così. Patrizio Bertin, padovano, presidente regionale di Confcommercio, ha deciso di usare il pugno di ferro. Il “caso Treviso”, la guerra intestina tra i mandamenti che sta bloccando la riforma dell’Ascom verso un’associazione veramente unitaria e provinciale e non più divisa in quattro territori di fatto autonomi, è ufficialmente finita sulla scrivania dei vertici regionali. Quello di Bertin è, di fatto, un commissariamento-ombra: «Non parliamo ancora di commissario - precisa - io non comando da nessuna parte. Ma voglio vederci chiaro. Al momento mi è solo stato chiesto di interessarmi e capire. Se poi mi verrà confermato un incarico ufficiale, procederemo». Ma già l’incarico esplorativo è significativo.

STRATEGICO

Il sistema Ascom di Treviso è considerato uno dei più importanti del Veneto e, di conseguenza, in Italia. E il naufragio dell’operazione avviata da un super tecnico come Nicola Dal Dosso, incaricato di elaborare un nuovo statuto in grado di amalgamare i quattro mandamenti e formare finalmente un’associazione unica di respiro provinciale, è stato una campanello d’allarme. La divisione in mandamenti, autonomi, è una peculiarità molto trevigiana. A parte Venezia, tutte le altre provincie si sono unificate. Verona e Mantova, seppure in regioni diverse, si sono addirittura unite. Il “piccolo è bello”, nel commercio, pare non funzionare più. Serve una dimensione almeno provinciale. Ma a Treviso l’opera riformatrice non ha mai attecchito nonostante un commissariamento e nonostante gli sforzi di una presidente come Dania Sartorato che pure non si è risparmiata. «Così non si può andare avanti - sentenzia Bertin - in una situazione del genere non è possibile costruire niente di nuovo. Se dovesse servire sono pronto a intervenire a gamba tesa. Dal Dosso aveva elaborato un progetto di grande qualità, che poteva essere aggiustato ma che tutti avevano approvato. Poi però hanno voluto bloccare ogni cosa. E adesso dobbiamo fare chiarezza. Si è chiacchierato tanto, passiamo ai fatti. Sarà fondamentale l’appuntamento che abbiamo come Ascom nazionale a Villasimius: ci saranno i vertici dell’associazione e parleremo della situazione di Treviso».

LA DIFESA

Il quadro della Marca vede mandamenti come Oderzo più rigidi e altri, come Treviso, pronti invece alle novità al punto da non aver nominato un nuovo direttore proprio perché l’unione provinciale prevede una sola figura di questo tipo e non più quattro. «Ma non è vero che non vogliamo collaborare - sbotta Rino Rinaldin, presidente opitergino - l’Unione sta andando benissimo. Sul processo di unificazione provinciale abbiamo solo chiesto una pausa di riflessione. Non capisco perchè dobbiamo decidere in 5 minuti per una riforma così importante invece di riflettere per bene. Nessuno ha detto “no” al nuovo statuto. Vogliamo solo capire bene chi deve fare cosa. Dal Dosso, poi, se n’è andato lui. Non l’ha mandato via nessuno. Mi ricordo bene quel momento: eravamo in sede, lui ci ha presentato il progetto e noi presidenti di mandamento abbiamo chiesto del tempo per riflettere. E lui se n’è andato. Come si esce da questo stallo? Ne usciremo con la buona volontà di tutti». 

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Il Gazzettino