Cantine a corto di personale, sotto organico il 50% delle aziende agricole

Cantine a corto di personale, sotto organico il 50% delle aziende agricole
SAN DONÀ DI PIAVE - Non solo carenza di personale negli hotel e nei ristoranti, nell’entroterra non si trovano nemmeno gli operai delle aziende agricole....

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SAN DONÀ DI PIAVE - Non solo carenza di personale negli hotel e nei ristoranti, nell’entroterra non si trovano nemmeno gli operai delle aziende agricole. Specie per quelle produttrici di vino del Veneto orientale. Secondo le stime degli operatori, sulle 300 cantine tra il Sandonatese e il Portogruarese almeno in 50% oggi sta cercando cantinieri e manodopera specializzata da impegnare nei campi e soprattutto per i lavori sulle viti e dell’uva.


ALCUNI NUMERI
Nel Veneto Orientale sono circa 5mila gli addetti impegnati in agricoltura, dei quali tra i 1.500 e i 2.000 lavorano nelle cantine e nei vigneti. A mancare è proprio la figura del cantiniere, figura sempre più strategica per la vendemmia e che non si limita più alla pigiatura, travaso del vino e imbottigliamento. Un lavoro considerato duro e forse per questo scartato. Almeno mille gli operai che mancano all’appello, con numeri di addetti che variano da una a due unità per le aziende più piccole, per crescere a dieci nelle cantine sociali o nelle aziende più grandi, specie tra agosto e ottobre, mentre gli stipendi variano dai 1.200 ai 1.600 euro mensili.


RISPETTO AL PASSATO
«Oggi la situazione è cambiata - spiega Valerio Nadal, presidente del Condifesa Veneto (il Consorzio di tutela che associa oltre 20mila imprese) - In cantina si lavora anche con le biotecnologie e macchinari di alta tecnologia, siamo ben lontani dalla figura di qualche decennio fa. Si fatica però a trovare manodopera e per questo oggi gli imprenditori si stanno attrezzando con l’innovazione per sopperire al problema. Molti ragazzi studiano all’università e ciò è importante. Ma servono anche figure cresciute in azienda, che abbiano “respirato” fin dall’inizio il mondo agricolo. In parte ci hanno “salvato” i lavoratori stranieri». Concorda Andrea Pegoraro presidente Coldiretti Portogruaro: «In tutto il Veneto Orientale – ribadisce - si fatica a trovare persone in grado di eseguire i trattamenti preventivi sulle piante e lavorazioni dei filari».


SPAZIO AI GIOVANI


Franco Passador direttore generale di Vivo Cantine viticoltori del Veneto orientale, sottolinea invece il ruolo degli studenti universitari per la vendemmia: «Non si trova su due piedi la manodopera altamente specializzata - ammette- Per ora non abbiamo questo problema, nel periodo della vendemmia abbiamo la disponibilità di studenti universitari». Umberto Bigai, produttore di vini a Barco di Pravisdomini e con vigneti ad Annone Veneto, non ha dubbi: «Condivido l’allarme – dice - dobbiamo fare squadra assieme con i colleghi anche per la formazione dei giovani». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino