Bufera sui turisti: «Il tempio del Canova è una chiesa, non ci si entra in canotta o "reggiseno"»

Il tempio del Canova a Possagno, bufera sull'abbigliamento
POSSAGNO - Nessuna facile polemica: il Tempio del Canova a Possagno è una chiesa e come tale a chi entra si chiede rispetto. Niente canotte scollate e pantaloncini corti,...

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POSSAGNO - Nessuna facile polemica: il Tempio del Canova a Possagno è una chiesa e come tale a chi entra si chiede rispetto. Niente canotte scollate e pantaloncini corti, per nessuno, maschio o femmina: qui la parità di genere è rispettata senza deroghe. La “protesta” verso un atteggiamento rigido nella gestione del Tempio, luogo molto amato dai turisti, cerca di accendersi sui social: a postare la sua stizza, un visitatore di Castelfranco arrivato ieri 9 luglio, a Possagno che assicura di essere stato costretto a uscire anche se in canotta a spalline larghe e pantaloni lunghi.


LE REGOLE DEL CUSTODE
Ma il custode non ci sta e manda al mittente le recriminazioni: «Dovreste venire una qualsiasi domenica - dice il guardiano del Tempio e sagrestano - per vedere con quanto poco rispetto le persone entrano in questo luogo: ricordiamo che il Canova ha progettato e donato il Tempio come luogo sacro, come chiesa e anche oggi il Tempio è prima di tutto la chiesa della parrocchia di Possagno». Assicura di chiudere spesso e volentieri un occhio e di non essere particolarmente fiscale, dati i tempi in cui viviamo. Cartelli bene in vista, così come la lista di prescrizioni per l’accesso e la possibilità di acquistare in entrata un foulard, che a causa del Covid non può essere regalato ma costa 5 euro. «Entrano vestiti come se dovessero andare in spiaggia, le donne con poco più del reggiseno - continua - Mi sembra impossibile che in quelle borse ampie non ci sia spazio per un golfino o un foulard che comunque molti usano per ripararsi dall’aria condizionata. In ogni caso, se non facessi rispettare le regole, non farei bene il mio lavoro».


SIGARETTE E BIVACCHI


I gesti di maleducazione anche in un luogo d’arte come il tempio si sprecano. Il lunedì mattina è il momento della raccolta dei mozziconi di sigaretta e mostra la foto di una raccolta “particolarmente importante”. Non manca chi si mette a urinare, per non parlare dei resti di bivacchi abbandonati sul retro. «Si entra in tempio con un po’ di contegno, poi a volte serve particolare diplomazia nel dire le cose» concorda Giuseppe Cunial, presidente di Fondazione Tempio, ricordando una sua personale esperienza al davanti al sacro Sepolcro: «Era molto caldo e noi probabilmente eravamo soprappensiero: non abbiamo esitato a coprirci, molto tranquillamente».

 

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Il Gazzettino