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RUBANO (PADOVA) - É un’estate “calda” al Rifugio di Rubano e non solo per l’emergenza cani e gatti che riempiono i box, ma anche per gli sforzi che sono stati messi in campo dai volontari della Lega nazionale della Difesa del Cane per reggere al colpo del “buco” economico ai danni della canile che ha azzerato la disponibilità di cassa. Ben 800mila euro che Massimiliano Rinaldo, ex tesoriere dell’ente e figlio dell’ex presidentessa Giovanna Salmistrato, avrebbe indebitamente intascato, secondo la Procura, dando fondo a migliaia di donazioni. Entrambi nel 2022 si sono dimessi. «Da settembre a gennaio scorsi non sapevamo se ce l’avremo fatta - dice Fabio Fabbri, nuovo presidente del Rifugio di Rubano - Ci stiamo riprendendo, ma quel buco ci ha provocato una serie di problemi a livello di disponibilità di cassa. Non posso dire come andrà a finire, sappiamo di certo che questa situazione ce la porteremo anche per tutto il 2024».
I conti
Per riuscire a tornare in pareggio, dopo la vicenda dell’ammanco, i volontari si sono autotassati e sono state ridotte le spese al minimo: da quattro operai a tempo pieno si è passati a due a tempo pieno e uno part time. Nelle piccole manutenzioni si cerca di trovare l’appoggio dei volontari che non manca mai.
L'appello
L’attività continua a reggersi solo sulle donazioni e sulle iniziative di raccolta fondi. E l’appello è alle istituzioni per cercare una forma di sostegno condiviso con i 29 Comuni dell’area, fra cui la città di Padova. Appello che è stato raccolto da Vincenzo Gottardo, vicepresidente della Provincia, che si farà promotore di un coordinamento fra i territori per affrontare la questione del sostegno economico. «Avere un animale è un gesto di amore che si dà e si riceve – ha detto Gottardo - L’animale diventa parte della famiglia e mi chiedo come sia possibile abbandonarlo». A lanciare l’appello anche l’ex consigliera padovana Vanda Pellizzari che da sempre sposa la causa della struttura. Nel 2019 era stata lei a chiedere l’intervento in favore della struttura con una mozione presentata in consiglio comunale a Padova dove, ancora all’epoca, chiedeva che venisse posta in essere una convenzione con il canile, in modo che potesse essere garantita una buona qualità di vita dei cani e dei gatti.
L'abbandono
Perché la struttura di Rubano non ha alcuna sostegno dalle istituzioni, i Comuni che si convenzionano con l’associazione stanziano una quota annua di 500/600 euro, e poi per ogni cane che viene recuperato nel proprio territorio viene assegnata una quota per il randagismo. Ma va detto che questo fenomeno è praticamente debellato, e dei 1500 cani vacanti che ogni anno l’Ulss 6 recupera in tutto il territorio provinciale, oltre l’85% torma a casa, ma solo il 75% è microchippato, altro grande lavoro culturale a cui si lavora da anni. «Non si tratta di abbandono – ha detto il dottor Aldo Costa, direttore del Servizio veterinario ed Igiene urbana dell’Ulss6 - Il randagismo è ormai un fenomeno lontano, qui si tratta di proprietari diciamo distratti. Oggi l’abbandono è dettato dalla situazione socio economica che si viene a creare. Nella nostra provincia i canili rifugio sono delle eccellenze e sarebbe un peccato che non possano essere sostenute». Ma l’attenzione è stata posta anche sull’importanza dell’adozione responsabile, aspetto che il canile ha a cuore. «Noi ci sentiamo responsabili delle adozioni - ha detto Fabbri - aspetto a cui prestiamo tanta attenzione, perché il nostro scopo è che il cane vada in una famiglia adatta, e che lì rimanga».
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