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CORTINA/CADORE - Nelle situazioni di emergenza, le più drammatiche, come una guerra o un terremoto, non soffrono soltanto le persone, ma anche gli animali, soprattutto gli animali d’affezione, quelli domestici, che vivono a contatto con gli umani. Parte da questo presupposto l’attività di Animal heroes, organizzazione internazionale di aiuti d’emergenza con sedi in Italia, Paesi Bassi, Finlandia e Stati Uniti. Si occupa di dare supporto alle persone che salvano, proteggono e si prendono cura degli animali in emergenze acute, in condizioni difficili. Negli ultimi tempi ha agito in Turchia, per il sisma, in Ucraina, Grecia, Italia e ultimamente in Cisgiordania. Dopo aver raccolto fondi a Cortina d’Ampezzo, a San Vito di Cadore, in altri paesi del territorio, una squadra di questa associazione si è recata in Ucraina per inaugurare una nuova installazione di un pozzo per l’acqua e una pompa per il canile più grande di Leopoli. Ha inoltre distribuito venticinque nuove casette termo protette per cani. I volontari hanno portato cibo e medicine per un valore di mille euro ai 400 cani del ricovero.
IN PRIMA LINEA
Eleonora Orlandi di Animal Heroes commenta: «Le cucce termo protette per cani sono tutt’altro che un lusso inutile in Ucraina, un paese con inverni molto freddi.
LE DIFFICOLTÀ
«Dallo scoppio della guerra – spiega Orlandi - gli animali del canile di Leopoli hanno mangiato principalmente farinata d’avena, una dieta che non è adatta ai cani a lungo termine, ma che per ora rappresenta l’alternativa meno dannosa. La farinata veniva preparata con l’acqua contaminata. Grazie a questo progetto, nato da una collaborazione tra quattro fondazioni internazionali, i 400 pasti al giorno possono ora essere preparati con acqua pulita e il cibo per cani portato da Animal heroes è una gradita aggiunta». Dirk-Jan Verdonk, direttore della World animal protection Netherlands, afferma: «La situazione difficile in Ucraina non colpisce solo le persone, ma anche gli animali. Ammiro gli ucraini che, in circostanze molto difficili, cercano ogni giorno di prendersi la massima cura possibile degli animali vittime dell’aggressione russa. Qualsiasi aiuto per loro è benvenuto e sono felice che i nostri donatori abbiano generosamente contribuito a questo progetto». La maggior parte dei canili contiene da due a cinque volte il numero di animali consueto; le cucce costruite grazie ai donatori italiani alleviano in parte questa emergenza. La fondatrice Natalia Kuznetsova gestisce da venti anni il rifugio di Leopoli: prima della guerra c’erano 200 cani, ora più di 400.
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Il Gazzettino