Gli "amici a 4 zampe" ammessi in visita per i piccoli della Pediatria

Il Jack Russel in reparto
La foto parla più di mille parole: una bambina che passeggia lungo un corridoio con un cane di piccola taglia al guinzaglio. Lei potrebbe chiamarsi Anna o Lucia, nome...

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La foto parla più di mille parole: una bambina che passeggia lungo un corridoio con un cane di piccola taglia al guinzaglio. Lei potrebbe chiamarsi Anna o Lucia, nome comunque di fantasia; ma dell'altra lei si conosce il nome con certezza: Sophie, ed è un Jack Russel. Sta camminando accanto a una piccola paziente del reparto di Pediatria del Santa Maria degli Angeli. Sophie ed Oliver, un Pincher, sono protagonisti di un progetto che porta il sorriso ai bambini costretti a letto. E ai loro genitori.

Elisa Masini è la presidente di Mirua (associazione multidisciplinare per l'integrazione e la relazione uomo animale) grazie alla quale, «e a un importante contributo dell'azienda Abs di Udine - spiega - in Pediatria a Pordenone possono entrare Oliver e Sophie». Prima che i cagnolini potessero varcare la soglia del reparto ci è voluto un anno. Un lungo anno per adempiere a tutti i protocolli previsti per consentite l'ingresso dei due cani in ospedale. «E dall'inizio di marzo, ogni venerdì pomeriggio possono fare compagnia ai bambini e ai loro genitori», spiega con un tono di voce che palesa soddisfazione la presidente.
LA VISITA
Il programma delle visite è ben delineato. Durano un'ora e mezza, soltanto. «Per i cani è un ambiente stressante - sottolinea Elisa Masini - dal punto di vista emozionale. Anche gli odori dell'ospedale, che noi nemmeno percepiamo, per loro sono fonte di tensione». Oliver e Sophie vanno in reparto con le loro accompagnatrici che, dopo aver consultato l'infermiera, sanno in quali stanze possono entrare e in quali no. Facile immaginare il sorriso che si stampa sul volto dei bambini al loro ingresso. «Ma anche su quelli dei genitori - racconta Masini - che spesso li accarezzano per primi». Un tempo, seppur breve, fatto di lunghe carezze, giochi e tante coccole. «C'è anche chi chiede di poter fare una passeggiata con Sophie o Oliver, come la bambina della foto».

L'associazione Mirua ha un sogno, e a confermarlo è la sua presidente: «Noi vorremmo assolutamente che il progetto di Pordenone si realizzasse in tutte le Pediatrie». Ma in molti ospedali non c'è ancora la cultura della pet therapy, e l'accesso ai cani viene visto come qualcosa di assolutamente disdicevole. Oltre alla disponibilità delle Aziende sanitarie, servono poi soldi che, nel caso del Santa Maria degli Angeli, sono arrivati da un'azienda udinese. E mai denaro fu meglio speso: basta vedere i sorrisi che si allargano sui volti dei bambini ricoverati e la gioia dei loro genitori per capire quanta serenità un cagnolino possa portare in un reparto ospedaliero.
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Il Gazzettino