Caneva. Soldi rubati da un portafoglio nello spogliatoio di una scuola alberghiera: ex studentessa condannata

Caneva. Soldi rubati da un portafoglio nello spogliatoio di una scuola alberghiera: ex studentessa condannata
CANEVA (PORDENONE) - In un portafoglio lasciato negli spogliatoi della scuola alberghiera sparirono 90 euro. Era il 2017. Allora partì un'indagine interna e i...

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CANEVA (PORDENONE) - In un portafoglio lasciato negli spogliatoi della scuola alberghiera sparirono 90 euro. Era il 2017. Allora partì un'indagine interna e i sospetti si concentrano su due ragazzi già maggiorenni. Una volta stabilito chi avrebbero potuto essere gli autori del furto, la vittima fu invitata a presentare querela. Da quell'episodio trae origine il processo nei confronti dell'ex studentessa pordenonese Corinne Lucchina, 25 anni, la quale era stata coimputata con un ragazzo che nel frattempo è deceduto. La giovane, chiamata a rispondere di concorso in furto (qualificato come se fosse in abitazione), è stata condannata dal giudice monocratico Francesca Vortali a 1 anno 4 mesi e 15 giorni di reclusione, a cui si aggiungono 400 euro di multa.

La difesa, rappresentata dall'avvocato Alessandro Borin, ha insistito sul fatto che nello spogliatoio dell'istituto ospitato, nella settecentesca villa Frova di Caneva, non c'era alcun testimone del furto. Il furto di denaro aveva avuto una certa eco a scuola: tutti furono invitati ad assumersi le proprie responsabilità ea collaborare. «Da quanto emerso nel corso dell'istruttoria - ha spiegato il legale - rientrando a casa in autobus gli studenti avrebbero iniziato a darsi la colpa a vicenda. I sospetti si sono poi concentrati sulle due persone poi citare un giudizio». La difesa ha anche insistito sul fatto che nello spogliatoio o nei locali adiacenti non c'erano telecamere. «La stanza dove gli studenti lasciavano i propri oggetti personali, inoltre, non era chiusa a chiave ed era accessibile da chiunque», fa presente il legale del Foro pordenonese.

La difesa non ha mai avuto contatti con l'imputata, circostanza che ha impedito di accedere a eventuali riti alternativi che avrebbero potuto affievolire la pena. Le motivazioni della condanna saranno depositate entro quindici giorni, dopodiché il difensore valuterà se procederà con il ricorso in Corte d'Appello.

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Il Gazzettino