Uccidono il cane per rubare una bicicletta: «Per noi era come un figlio»

Aisha era un pincher di 9 anni: è stata uccisa dai ladri di biciclette
CASTELFRANCO - «Cari ladri di biciclette, io vi perdono anche se mi avete uccisa ma i miei padroni no». Una lettera che fa riflettere quella che Paolo Cremasco ha...

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CASTELFRANCO - «Cari ladri di biciclette, io vi perdono anche se mi avete uccisa ma i miei padroni no». Una lettera che fa riflettere quella che Paolo Cremasco ha condiviso sulla pagina Facebook de L'ora di Castelfranco dove ha fatto parlare il suo cane, Aiscia, un pincher di 9 anni che sabato sera è stato avvelenato da alcuni ladri di biciclette in via Piave. Nel fine settimana Cremasco era fuori per lavoro e al suo ritorno si è trovato derubato della bicicletta del figlio e senza un cane. «Mi sembra ancora tutto irreale ammette Cremasco non riesco a capire come delle persone possano aver compiuto un simile gesto. Aiscia per noi era come una figlia, dormiva con noi, mangiava con noi e per mio figlio è stata addirittura una balia. E oggi non c'è più. Hanno rubato la bicicletta di mio figlio dal garage, si sono intrufolati in casa mia quando io non c'ero. Mi sento violato nel profondo. Gli oggetti si ricomprano ma nessuno mi ridarà Aiscia».

LA RICOSTRUZIONE
Il fatto accaduto nel fine settimana avrebbe però un precedente proprio nel vicino di casa dei Cremasco che domenica mattina si è accorto che gli avevano portato via due bici da corsa dal garage. «Sabato notte avevamo sentito Aiscia ringhiare ricorda Cremasco anche gli altri cani però abbaiavano ma non ci siamo preoccupati troppo. La domenica mattina il mio vicino mi ha detto che gli avevano rubato due biciclette così sono andato a controllare nel garage le mie e c'erano tutte. Io poi sono partito per lavoro e non ci ho più pensato». Cremasco era a Firenze domenica, quando la sua cagnolina ha accusato i primi sintomi da ingestione di veleno. La moglie lo ha chiamato al telefono raccontando di una bava bianca densa e dei tentativi frequenti di deglutire.
LA SPIEGAZIONE

«Erano chiari sintomi di avvelenamento e dopo grandi agonie Aiscia è morta spiega Cremasco anche se era così piccola per noi aveva un valore inestimabile. Mia moglie mi ha anche detto che la bici di nostro figlio non c'era più. Così ci siamo messi a riflettere e abbiamo pensato che i ladri avessero intenzione di rubare quel sabato sera ma che Aiscia li avesse in qualche modo disturbati e così hanno pensato di avvelenarla». Ieri Cremasco ha denunciato il fatto ai carabinieri. «Ho chiesto tramite il post su Facebook di segnalarmi qualsiasi caso o comportamento sospetto. Se mi avessero detto che volevano una bici in cambio della vita di Aiscia, gliele avrei messe tutte fuori dal cancello». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino