Abbandonato tra i boschi del Cansiglio: cucciolo Rufus salvato

Il cane abbandonato chiamato Rufus
CANSIGLIO - Se ne stava accovacciato vicino ad un cappello blu e ad una scarpa da bambino. Affamato e assetato da ore. Così una residente di Tambre ha trovato...

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CANSIGLIO - Se ne stava accovacciato vicino ad un cappello blu e ad una scarpa da bambino. Affamato e assetato da ore. Così una residente di Tambre ha trovato mercoledì un cucciolo nero di circa 6 mesi. La donna passeggiava con il padre nella foresta del Cansiglio ed erano circa le 18 quando si è imbattuta nel cane seduto in attesa di qualcuno al lato di una stradina secondaria in località Sant’Anna, all’altezza del vivaio Col dei Spin. L’atteggiamento era quello dell’attesa, ma all’appuntamento con la bestiola non si è presentato nessuno. L’ipotesi più credibile è che si sia trattato di un abbandono, come ce ne sono tanti in Cansiglio. «Un altro cane era stato trovato circa 15 giorni fa – spiega Tita Lorenza Fain -, purtroppo chi vuole abbandonare il proprio animale sa che quella è una zona poco frequentata, dove non si rischia di essere visti». Il cucciolo, una volta vista la donna, le si è avvicinato per giocare e per cercare cibo e acqua.


«Ho subito chiamato la mia amica Beatrice Prunetti, molto esperta – racconta Fain – e nel frattempo mi sono recata a casa. attorno alle 20 sono tornata sul posto per portare pane e acqua e mi sono accorta di come il cane tenesse vicini a sé degli indumenti, la cosa mi ha sconvolta. Subito ho guardato in fondo alla scarpata vicina per assicurarmi che nessuno fosse caduto e poi mi sono accertata con le forze dell’ordine che non ci fossero denunce di scomparsa. La polizia provinciale mi ha detto che probabilmente il cane, trovandosi lì solo, è andato in giro e ha raccolto ciò che gli sembrava famigliare e gli desse conforto». Il tam tam su Facebook e il porta a porta in paese a Spert per capire se qualcuno avesse perso il proprio animale non sono serviti a niente. Così ieri mattina Fain e Prunetti sono tornate sul posto per dare aiuto al piccolo. «Io mi sono organizzata con collare, guinzaglio e una ciotola di croccantini – racconta Prunetti -, non c’è stata nessuna difficoltà perché il cane si è lasciato avvicinare tranquillamente. L’abbiamo chiamato Rufus. Ci siamo quindi recate in un punto in cui il cellulare prende per chiamare prima un veterinario e poi il canile sanitario». Così Rufus oggi si trova al canile sanitario di Belluno. È un cucciolo di sei o sette mesi non microchippato, il che lascia intendere sia stato abbandonato. Attende una nuova famiglia. Fain però nutre ancora della speranza: «Magari qualcuno l’ha perso – riflette -, spargiamo la voce il più possibile». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino