Cloe, il cane che ha ucciso la piccola Astrid trova un padrone

Cloe
PORDENONE - Cloe - il pastore tedesco che ha azzannato e ucciso una bimba di tre anni a San Martino - avrebbe trovato casa. Un...

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PORDENONE - Cloe - il pastore tedesco che ha azzannato e ucciso una bimba di tre anni a San Martino - avrebbe trovato casa.


Un cinofilo di Valvasone ha dato la sua disponibilità ad accogliere il cane che il 25 maggio scorso ha inspiegabilmente aggredito la piccola Astrid Guarini. Ieri mattina in Procura a Pordenone è stata depositata un’istanza di dissequestro dell’animale. È indirizzata al sostituto procuratore Maria Grazia Zaina, titolare del fascicolo d’indagine aperto per l’ipotesi di omicidio colposo. A presentarla è stato l’avvocato Luca Colombaro, che tutela lo zio di Astrid, Loris Truant, proprietario del cane. «Inizialmente il provvedimento di sequestro era legittimo - spiega il legale - In questa fase non è più necessario, in quanto è stato verificato che l’animale non ha un’indole aggressiva».

Mancando il pericolo di reiterazione del reato e non essendo il cane destinato a confisca, la difesa di Truant ne ha chiesto la restituzione.



Cloe - come aveva preannunciato il proprietario - non tornerà nella casa in cui è stata allevata. Nell’istanza di dissequestro se ne chiede l’affidamento a un cinofilo specializzato nella rieducazione di cani problematici e che ha dato la sua disponibilità a occuparsi del pastare tedesco. La Procura dovrebbe esprimersi nel giro di qualche giorno.

Cloe subito dopo la tragedia era stata messa in isolamento nel canile di Villotta, dove non ha mai manifestato comportamenti aggressivi oppure ostili nei confronti di cui l’accudisce. Gli stessi Loris Truant e Mara Menotto, zio e mamma della piccola vittima, indagati per due distinte condotte di omicidio colposo, hanno sempre riferito che il pastore tedesco dal manto nero è docile. Che non è aggressivo, che conosceva ed era abituato a giocare con Astrid. Cloe è stata educata, ma mai sottoposta a tecniche di addestramento estreme che avrebbero potuto renderla aggressiva. Partecipava a manifestazioni canine senza mai creare problemi. È sempre stata descritta come un animale giocherellone, cresciuto tra i bambini.







Quel giorno Mara Menotto era andata con la figlia e le nipoti a fare una passeggiata. Aveva fotografato le bambine tra i papaveri. Quando sono rientrate, la più grande si era fermata dalla nonna. Mamma, figlia e nipote più piccola erano tornate in via Tonello a San Martino. Quando è stata azzannata, Astrid era a pochi passi dalla mamma. «Quello che è successo non era prevedibile», aveva a suo tempo spiegato l’avvocato Laura Sbrizzi, che tutela la Menotto. La mamma aveva cercato di liberare la figlia dal morso, una lotta disperata, finita soltanto quando è intervenuto Truant. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino