Pordenone, riparte la corsa per diventare capitale della cultura. Il sindaco: «Ora puntiamo sulle nostre specialità»

L'incontro a Roma tra la giunta pordenonese e il ministro Sangiuliano

Pordenone, riparte la corsa per diventare capitale della cultura. Il sindaco: «Ora puntiamo sulle nostre specialità»
PORDENONE - Il sogno, la prima volta, era definitivamente tramontato (i maligni usarono il termine naufragato) il 2 febbraio dell'anno scorso. Il responso allora fu netto:...

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PORDENONE - Il sogno, la prima volta, era definitivamente tramontato (i maligni usarono il termine naufragato) il 2 febbraio dell'anno scorso. Il responso allora fu netto: città esclusa dalle prime dieci, riprovare e sperare di essere più fortunati. Si parlava allora di un obiettivo che corrispondeva al 2024. Tutto, inutile, perché avrebbe vinto Pesaro. Passata la bruciatura, però, Pordenone torna alla carica: la città sarà di nuovo candidata per diventare Capitale della cultura. E stavolta l'orizzonte e quello del 2026. Con un dettaglio in più, l'appoggio (morale) del ministro per i Beni culturali e ambientali, Gennaro Sangiuliano.


L'INCONTRO
Giovedì il sindaco Alessandro Ciriani, l'assessore Ceolin e il vicesindaco Parigi erano a Roma, accompagnati dall'onorevole Emanuele Loperfido. Non una gita, ma un viaggio di lavoro per incontrare - tra gli altri - proprio il titolare del dicastero che si occupa di cultura, cioè il giornalista Gennaro Sangiuliano che la premier Meloni ha voluto nella squadra di governo. Al termine del vertice, la decisione: Pordenone di nuovo candidata, ma con più esperienza rispetto al tentativo precedente, finito tutt'altro che bene nonostante il traino naturale offerto da Pordenonelegge.
«Abbiamo espresso al ministro Sangiuliano - ha detto il sindaco Alessandro Ciriani di ritorno dalla missione romana - l'intenzione della città di riprovare la scalata per diventare Capitale della cultura. Vogliamo riprendere in mano il progetto». La conoscenza diretta del ministro Sangiuliano è stata importante soprattutto per un fatto prettamente tecnico: il titolare del dicastero alla Cultura ha dato ai componenti dell'amministrazione comunale pordenonese alcuni spunti procedurali che potrebbero fare la differenza in sede di gara, quando bisognerà scegliere la città più meritevole di diventare capitale per un anno.


I DETTAGLI
«Prima di tutto - ha spiegato sempre il sindaco Alessandro Ciriani - serve un progetto che non coinvolga solamente il capoluogo, ma tutto il territorio. Dovremo unire vari settori, e non pensare assolutamente ad un modello che proponga solamente manifestazioni culturali. Dovrà essere un unicum». In poche parole, pensare che bastino appuntamenti o che il biglietto da visita di Pordenonelegge sia sufficiente, sarebbe il più madornale degli errori. Finirebbe come l'anno scorso. «Il suggerimento che ci ha dato il ministro - ha proseguito Ciriani - è stato quello di puntare sulle nostre specialità, altrimenti è logico che città come Venezia potrebbero batterci senza particolari problemi». Quindi ad esempio coinvolgere anche la storia industriale del territorio oppure altri aspetti non direttamente culturali in senso stretto. Perché nel 2026 e non nel 2025? Semplice, gli spazi per il 2025 erano già stati tutti occupati e ci si può candidare solamente per l'anno successivo. Ed è quello che farà Pordenone. «Il ministro - ha concluso il sindaco - ha promesso che verrà in città».


L'ALTRO PATTO


Sempre a Roma, gli esponenti dell'amministrazione pordenonese hanno incontrato anche il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. In questo caso si è parlato delle opere figlie dei finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nascerà un collegamento Pordenone-Roma per l'attuazione dei progetti.
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Il Gazzettino