Rovigo, spiraglio per la riapertura del porticciolo sul Canalbianco

Il porticciolo turistico sul Canalbianco nella frazione Sant'Apollinare
ROVIGO - Una cattedrale nel deserto, chiusa da anni, intorno alla quale, però, qualcosa si muove. Le sorti del porticciolo turistico, struttura che rientra nel territorio...

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ROVIGO - Una cattedrale nel deserto, chiusa da anni, intorno alla quale, però, qualcosa si muove. Le sorti del porticciolo turistico, struttura che rientra nel territorio della frazione di Sant’Apollinare situata lungo il Canalbianco, a sole due ore di navigazione dal mare e ad una manciata di minuti di auto dal centro città, potrebbero essere ad una svolta. Ma c’è un però: i tempi di questa svolta potrebbero essere ancora lunghi. Di certo, comunque, c’è che l’amministrazione comunale ed Interporto hanno preso in mano le redini della questione. Questione che è stata discussa anche nel corso dell’ultimo consiglio comunale quando il consigliere della Lega Lorenzo Rizzato ha interrogato la giunta: «Vorrei sapere – ha detto - se la disponibilità da parte di Interporto ad ottenere la gestione del porticciolo turistico è stata confermata e se sono proseguite le interlocuzioni con Interporto per dare nuova vita a questa infrastruttura che, in parte, è di proprietà del Comune e che per troppo tempo è rimasta chiusa come tutt’ora lo è. Ricordo che è stata spesa una grande cifra per realizzarla e, quindi, spero che si arrivi quanto prima alla riapertura di questa struttura fondamentale per il turismo fluviale ma non solo».



LA SITUAZIONE

Alla richiesta di un aggiornamento sul futuro del porticciolo, ha fatto seguito la risposta dell’assessore al Patrimonio Giuseppe Favaretto che ha evidenziato: «Siamo, per così dire, all’anteprima di un contenzioso con il gestore attuale perché ritiene di non poter avviare l’attività in quanto si sente danneggiato dal fatto che l’accesso al Canalbianco non è stato dragato. Noi, come amministrazione, siamo di parere contrario. Ma per evitare un contenzioso, che sarebbe costoso e lungo, credo che l’attività da auspicare, e su questo stiamo parlando con Interporto, sia che venga revocata la subconcessione all’amministrazione comunale e che Interporto prenda direttamente in gestione questa concessione. L’attuale gestore concessionario, rientrato delle spese di adeguamento dell’immobile che prevedeva che per i primi 7 anni non pagasse il canone, sta pagando regolarmente il canone. Ma non ritiene di attivare e rilanciare e avviare questa attività».
SOGNO IRREALIZZATO
Il porto turistico rientra nel complesso immobiliare denominato “Interporto di Rovigo” di cui è proprietaria la Regione che costituisce l’oggetto della concessione sottoscritta tra la stessa Regione e la società Interporto di Rovigo spa. In particolare, poi, l’area destinata a porto, su cui, come riporta una delibera regionale, «insistono una club house e un magazzino per rimessaggio natanti», è gestita in sub-concessione al Comune. La struttura è costata un milione e 700mila euro di fondi europei ma non è mai stata effettivamente utilizzata per gli scopi per i quali è stata realizzata nel 2009. Avrebbe infatti dovuto diventare un luogo di servizi turistici, ricreativi e ricettivi.
IL TURISMO

O, almeno, questo è quanto si legge, nero su bianco, nel contratto di “Affidamento del servizio turistico-ricreativo-ricettivo del Porticciolo turistico integrato, comprensivo di strutture turistico ricettive, sul Fissero-Tartaro-Canalbianco” siglato l’11 giugno 2014 dal Comune di Rovigo e dall’attuale affidatario, ovvero la società Aapprodo srl che fa capo al ragioniere rodigino Massimo Zanirato, che detiene la gestione della struttura già dal 14 dicembre 2012. La struttura, dotata di tre pontili ed un capannone, offre la possibilità di ormeggio ad una cinquantina di imbarcazioni fluviali oltre che il loro rimessaggio invernale. Ma il vero e proprio fiore all’occhiello dell’intero immobile è la club house, edificio costruito su due piani progettato per ospitare foresteria, ristorante, bar, e sala convegni. Ma di tutto questo Rovigo non ha mai visto neppure l’ombra. E il rischio è che si debba attendere ancora dato che il contratto di affidamento scade il 26 agosto 2026. A meno che l’operazione tra Comune e Interporto ventilata dall’assessore in consiglio non vada, appunto, in porto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino