Si tuffa nel Canalbianco per salvare una donna gettatasi dal ponte

Il ponte di Canareggio soprannominato "Calatravino"
ADRIA - Forse un gesto estremo dettato da un momento di depressione profonda, che avrebbe potuto finire in tragedia se non fosse stato per il pronto intervento di alcune...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ADRIA - Forse un gesto estremo dettato da un momento di depressione profonda, che avrebbe potuto finire in tragedia se non fosse stato per il pronto intervento di alcune persone presenti sul posto. Fortunatamente per la donna, una 68enne di origini moldave, gettatasi nella gelide acque del Canalbianco dal ponte ciclopedonale del Canareggio (il Calatravino, come è uso chiamarlo in città) nelle mattino di ieri, c’è stato chi, incurante del freddo e dei rischi in cui poteva incorrere, è stato pronto a prendersi un bagno fuori stagione calandosi in acqua.

 
Un gesto di grande eroismo che ha permesso alla donna, soccorsa poi dai sanitari del 118, di essere trasportata in ospedale in condizioni di ipotermia per essere curata, mentre i carabinieri della stazione di Adria e a Vigili del fuoco chiamati dai presenti hanno proceduto agli accertamenti. 
A gettarsi in acqua non appena vista la donna annaspare, è stato Namik Schemuni, 55 anni, elettricista, residente ad Adria. «Ero intento a eseguire alcuni lavori all’esterno della mia abitazione quando un signore è venuto a chiedermi un bastone perché c’era una persona in acqua – ripercorre la sua impresa Shemuni, mentre ancora trema di freddo. Così sono andato verso la sponda e ho visto la donna che affondava. Era al centro del canale, in quel punto piuttosto profondo, il mio bastone sarebbe stato del tutto inutile». Shemuni ci ha pensato solo un attimo. «Mi sono spogliato per calarmi in acqua e cercare di raggiungerla». 
«Ho visto la scena dal ponte – è la testimonianza di un altro soccorritore, Andrea Sicchieri, infermiere del Pronto Soccorso di Adria -. Ero in sosta al semaforo sulla mia auto mentre transitavo sulla strada che fiancheggia il canale. Al verde non riuscivo a capire perché l’auto che mi precedeva non partisse. Così sono sceso e ho visto la scena. Sono andato dall’altra parte del canale per aiutare Shemuni a risalire la riva dopo che aveva preso la donna. Non è stato facile: i grossi massi sulla sponda sono molto scivolosi e loro non riuscivano a uscire dall’acqua». Una catena umana, formata con altre persone solidali sopraggiunte nel frattempo, ha permesso al soccorritore e alla donna di portarsi in salvo sulla sponda. 

«Mi sono tolto le scarpe per scendere in acqua – prosegue Sicchieri. Era gelida. Il gesto di chi si è gettato nel canale è stato di vero eroismo». Namik Shemuni è in Italia da circa 20 anni, in precedenza abitava a Porto Viro. Lavora come elettricista per la Fonsato impianti di Taglio di Po e alle recenti amministrative è stato candidato con la lista del sindaco Barbierato. «Solo un gesto spontaneo», si schermisce. Ma di grande umanità. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino