Ambulatori chiusi nel Veneziano: i medici sono al corso d'aggiornamento. Pazienti a casa: «Come facciamo?»

Camponogara, ambulatorio chiuso: il medico è al corso d'aggiornamento. Pazienti a casa: «Come facciamo?»
CAMPONOGARA - «Sono andato nello studio del medico di base per farmi prolungare la malattia e ho trovato un cartello con su scritto 'chiuso per corso di...

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CAMPONOGARA - «Sono andato nello studio del medico di base per farmi prolungare la malattia e ho trovato un cartello con su scritto 'chiuso per corso di aggiornamento'. E io adesso che faccio?». Si tratta dello sfogo di Davide, un lettore di Camponogara, che ha contattato il Gazzettino per raccontare la sua personale odissea vissuta ieri mattina alla ricerca di un medico. «Al mio arrivo - spiega Davide, impiegato in un calzaturificio - l'ambulatorio era chiuso. A quel punto ho chiamato l'ospedale di Dolo e mi hanno spiegato che si trattava di un corso di aggiornamento che coinvolgeva parte dei medici di base dell'Ulss 3. Mi hanno detto di contattare la guardia medica, ma ho chiamato diverse volte ed era sempre occupato».

Medici al corso di aggiornamento

Ma cosa è successo? Il corso organizzato dall'Ulss 3 non è un fatto straordinario ma fa parte della formazione obbligatoria prevista per i sanitari. «Ogni due mesi - spiega Stefano Vianello, direttore della Funzione territoriale dell'Ulss 3 viene organizzato un evento formativo che può durare mezza giornata o, se è più articolato come quello di ieri sull'endoscopia digestiva, tutto il giorno. È un investimento in qualità che si riflette sul paziente». Al corso di ieri dedicato ai distretti di Mirano, Dolo e Chioggia hanno partecipato oltre il 90 per cento dei medici di base, circa 170 presenze su 186. «In questi casi - continua Vianello - viene attivata la guardia medica, come fosse un giorno festivo. Negli ambulatori resta il personale infermieristico e le urgenze arrivano in pronto soccorso. Ma i dati ci confermano come in queste giornate non ci sia un aumento degli accessi in ospedale. I medici di famiglia infatti avvertono preventivamente i loro pazienti e sono loro stessi a smaltire il giorno successivo le richieste rimaste in sospeso».
 

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Il Gazzettino