Padova. Campo nomadi, i residenti: «Adulti e bambini fanno i bisogni in strada, l'area è infestata dai topi»

Campo nomadi, bambini giocano in mezzo ai rifiuti
PADOVA - Soddisfazione e l'auspicio che finalmente, dopo oltre un decennio, la situazione dell'insediamento nomadi di via Ferrero a Pontevigodarzere venga risolto grazie...

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PADOVA - Soddisfazione e l'auspicio che finalmente, dopo oltre un decennio, la situazione dell'insediamento nomadi di via Ferrero a Pontevigodarzere venga risolto grazie all'ordinanza firmata dal sindaco Sergio Giordani. Non mancano però i dubbi. Si tratta infatti di un accampamento con il quale i residenti stanno convivendo con estrema difficoltà da oltre un decennio, situazione divenuta insostenibile soprattutto negli ultimi quattro anni e che ha prodotto costanti richieste di intervento non solo affinchè venga sgomberato l'accampamento ma anche per rimuovere i cumuli di rifiuti ammassati lungo la strada. Infine innumerevoli anche le liti sia per i camper che occupano parte della stretta carreggiata che per le condizioni igienico-sanitarie del luogo definito una cloaca a cielo aperto che, in particolare d'estate, ammorba l'aria circostante.

«Nell'ultimo periodo, dopo il lutto che ha colpito la famiglia che utilizza il campo, la presenza si era un po' diradata in particolare la sera quando si spostavano per la notte sui parcheggi dei supermercati dei dintorni, ma durante la giornata stiamo tornando a quello che noi abitanti subiamo molto tempo - racconta un residente - La situazione è pesante, sono oltre 10 anni che ci stiamo battendo perchè la questione venga risolta e ci auguriamo che lo sia prima dell'estate per evitare quanto già abbiamo subìto lo scorso anno». L'insediamento è sempre stato fonte di lamentele dei residenti che denunciano la difficoltà nell'avere "vicini di casa scomodi". «L'accampamento non ha nessun tipo di servizio igienico, adulti e bambini fanno i loro bisogni in strada - osserva un altro residente - Oltre ai camper sistemano anche tende soprattutto in estate, accumulano rifiuti accendono fuochi e il fumo va verso le carreggiate autostradali. Inoltre l'area è infestata dai topi e questo solo per fare alcuni esempi». C'è chi si appella al sindaco non solo per pacificare tutti i residenti ma anche pensando alle condizioni nella quali vivono adulti e in particolare i bambini.

«La storia si trascina da anni oltre a tutti i problemi c'è una questione da valutare: la sicurezza degli stessi nomadi e le loro condizioni di vita. In pratica vivono accampati sulla scarpata dell'autostrada. Se ci fosse un incidente cosa accadrebbe? Poi non certamente secondaria è la situazione igienico-sanitaria più che precaria - commenta un cittadino - I bambini vivono senza alcuna tutela sanitaria, non è rispettata nemmeno la più elementare dignità umana. I rom vanno spostati o in un appartamento o in un campo attrezzato con i servizi come ad esempio quello di Altichiero. L'accampamento è una discarica a cielo aperto e la convivenza si fa sempre più difficile. Abbiamo visto passare tre amministrazioni ma il problema non è stato risolto. Ora si spera che con la decisione del sindaco via Ferrero torni vivibile». A non essere contenti della situazione nella quale vivono per paradosso sono gli stessi nomadi che più volti si sono rivolti all'amministrazione per ottenere una sistemazione che permetta loro condizioni di vita accettabili. «Finora ho ottenuto solo promesse, siamo qui dal 2013 senza nulla, senza servizi, non abbiamo nemmeno l'acqua per lavarci e io vorrei poter mandare i miei bambini a scuola come tutti gli altri, mia moglie è malata e vivere in questo modo non l'aiuta - aveva spiegato il padre attorniato da 5 bambini - Sono più di tre anni che ho fatto richiesta di un alloggio pubblico dove la mia famiglia possa vivere in modo adeguato. È venuta a vederci l'assistente sociale per verificare la situazione poi non è successo più nulla. Sembrava volessero spostarci ma niente è stato fatto fino ad ora abbiamo sentito solo tante parole e gli anni passano. Spero che il sindaco decida di aiutarci».

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Il Gazzettino