Treviso. Campetti comunali e parrocchiali nel degrado, il Coni: «Dateli a noi, utili per avvicinare i giovani allo sport»

Strutture comunali e parrocchiali poco utilizzate, a San Pelajo porta da calcio senza rete, erba alta e incuria. Sanson: «Società sportive pronte a gestirli»

Treviso. Campetti comunali e parrocchiali nel degrado, il Coni: «Dateli a noi, utili per avvicinare i giovani allo sport»
TREVISO - Campetti poco utilizzati, in molti casi sprofondati nel degrado. Capita per i piccoli impianti comunali, come a San Pelajo, capita anche per quelli parrocchiali come...

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TREVISO - Campetti poco utilizzati, in molti casi sprofondati nel degrado. Capita per i piccoli impianti comunali, come a San Pelajo, capita anche per quelli parrocchiali come l’Aurora e il Sacro Cuore. Un problema non da poco che si aggiunge alla carenza di palestre. Il “campetto” poi è da sempre la porta d’ingresso per lo sport vero, quello organizzato da federazioni e società. Una porta che si sta progressivamente chiudendo. I ragazzi che passano i pomeriggi a giocare all’aperto sono sempre meno. Così come i “campetti” aperti e disponibili. Per trovare una soluzione Mario Sanson, delegato provinciale del Coni, propone: «Comuni e parrocchie diano questi piccoli impianti all’aperto, i campetti, anche quelli dell’oratorio, alle società sportive. Molte volte queste strutture restano chiuse anche perchè, soprattutto le parrocchie, temono che qualcuno si faccia male e non vogliono responsabilità. Le nostre società sportive sarebbero disposte a collaborare». Il Coni, insomma, indica una via: «I campetti sono utilissimi per avvicinare i ragazzini allo sport. Già adesso i comuni danno strutture o aree ai privati perché le mantengano. Facciamolo anche con i campetti, tante società sarebbero felicissime di aiutare per la soddisfazione di tutti».

IL QUADRO

La proposta del Coni diventa di estrema attualità guardando lo stato di alcune strutture pubbliche. Un esempio è quello di San Pelajo, dove due campetti da calcio non riescono a uscire da uno stato di degrado imperante. «Ci venivo sempre a giocare quando ero piccolo - racconta Christian Servi, che abita nella via a fianco al campetto - Adesso ci vorrei portare mio figlio di due anni: l’ho fatto qualche volta ma o le reti non c’erano o c’erano le macchine parcheggiate. Non è fattibile. Ormai sono desolati questi parchetti, non ci viene più nessuno. Ma i giovani li capisco: nemmeno io ci verrei a giocare in dei campi presi così». Due sono i campetti da calcio di San Pelajo, di cui uno è stato adibito da quest’estate a parcheggio dell’adiacente orto sociale, con tanto di asfaltatura e staccionata per separarlo dalle porte da calcio: «Lo hanno asfaltato e trasformato in parcheggio per evitare che gli ortisti parcheggino in strada, ma lo fanno comunque. E poi va bene investire negli orti e negli anziani, ma sarebbe anche giusto investire nei giovani», continua Christian. «Hanno da poco messo questa staccionata per evitare che i palloni vadano a colpire le macchine del parcheggio, mentre prima era spostata all’ingresso del campo per evitare che le macchine parcheggiassero. Le reti delle porte ormai non ci sono più. È una visione desolante. L’altro campetto che c’è, invece, è quasi sempre chiuso e inaccessibile: bisogna scavalcare per entrarci. È pieno di spazzatura per terra, l’erba non viene più tagliata, non è più curato. Potrebbero almeno darlo in gestione a qualche squadra, così da ridargli vita. Oppure, altrimenti, cambiargli destinazione d’uso: tagliare l’erba e farci un parchetto con le giostre».

LO SCENARIO

Ma non finisce qui: oltre ai campi da calcio, ce ne sono uno da basket e uno da pallavolo, in condizioni altrettanto trascurate. «I canestri sono ancora quelli di quando ci venivo io 30 anni fa - spiega - I tabelloni sono vecchi e storti, ci sono buche per terra e le altezze dei canestri non sono quelle giuste. Ora sono anche stati tolti e abbandonati per terra perché c’è stata la sagra. Ma è finita a fine settembre: è passato più di un mese ma i tendoni sono ancora lì, rendendo impraticabile il campo. E non hanno ancora rimesso su i canestri. Anche il campo da pallavolo è una grande punto di domanda: la rete a volte c’è a volte no. Ci ho portato una volta a giocare mio figlio ma la avevano tolta». Gli spazi verdi, insomma ci sarebbero, ma o sono dismessi o sono impraticabili: «In più di 35 anni non è mai stato fatto niente per riprendere in mano queste aree. Si parla tanto dei giovani, che non hanno spazi in cui riunirsi e sfogarsi, ma se non si investe una lira nemmeno in un campetto da calcio, cos’altro ci si aspetta? Bisognerebbe metterci un po’ di cuore, perlomeno per le generazioni future».

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Il Gazzettino