OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
TREVISO - Campetti poco utilizzati, in molti casi sprofondati nel degrado. Capita per i piccoli impianti comunali, come a San Pelajo, capita anche per quelli parrocchiali come l’Aurora e il Sacro Cuore. Un problema non da poco che si aggiunge alla carenza di palestre. Il “campetto” poi è da sempre la porta d’ingresso per lo sport vero, quello organizzato da federazioni e società. Una porta che si sta progressivamente chiudendo. I ragazzi che passano i pomeriggi a giocare all’aperto sono sempre meno. Così come i “campetti” aperti e disponibili. Per trovare una soluzione Mario Sanson, delegato provinciale del Coni, propone: «Comuni e parrocchie diano questi piccoli impianti all’aperto, i campetti, anche quelli dell’oratorio, alle società sportive. Molte volte queste strutture restano chiuse anche perchè, soprattutto le parrocchie, temono che qualcuno si faccia male e non vogliono responsabilità. Le nostre società sportive sarebbero disposte a collaborare». Il Coni, insomma, indica una via: «I campetti sono utilissimi per avvicinare i ragazzini allo sport. Già adesso i comuni danno strutture o aree ai privati perché le mantengano. Facciamolo anche con i campetti, tante società sarebbero felicissime di aiutare per la soddisfazione di tutti».
IL QUADRO
La proposta del Coni diventa di estrema attualità guardando lo stato di alcune strutture pubbliche.
LO SCENARIO
Ma non finisce qui: oltre ai campi da calcio, ce ne sono uno da basket e uno da pallavolo, in condizioni altrettanto trascurate. «I canestri sono ancora quelli di quando ci venivo io 30 anni fa - spiega - I tabelloni sono vecchi e storti, ci sono buche per terra e le altezze dei canestri non sono quelle giuste. Ora sono anche stati tolti e abbandonati per terra perché c’è stata la sagra. Ma è finita a fine settembre: è passato più di un mese ma i tendoni sono ancora lì, rendendo impraticabile il campo. E non hanno ancora rimesso su i canestri. Anche il campo da pallavolo è una grande punto di domanda: la rete a volte c’è a volte no. Ci ho portato una volta a giocare mio figlio ma la avevano tolta». Gli spazi verdi, insomma ci sarebbero, ma o sono dismessi o sono impraticabili: «In più di 35 anni non è mai stato fatto niente per riprendere in mano queste aree. Si parla tanto dei giovani, che non hanno spazi in cui riunirsi e sfogarsi, ma se non si investe una lira nemmeno in un campetto da calcio, cos’altro ci si aspetta? Bisognerebbe metterci un po’ di cuore, perlomeno per le generazioni future».
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino