Sparano dall'auto e poi fuggono. Camoscio ucciso sotto gli occhi di tutti, bracconieri in pieno giorno sulla statale

La Riserva di Venzone: "Nessuno dei nostri soci era a caccia"

Camoscio ucciso sotto gli occhi di tutti, bracconieri in pieno giorno sulla statale
VENZONE - Un colpo fucile sparato probabilmente da un'auto, una strana manovra da parte dell'automobilista e un camoscio abbattuto mentre pascolava sul costone erboso del...

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VENZONE - Un colpo fucile sparato probabilmente da un'auto, una strana manovra da parte dell'automobilista e un camoscio abbattuto mentre pascolava sul costone erboso del monte Soreli, alle pendici del Plauris. L'atto di bracconaggio risale al 29 dicembre, primo pomeriggio, a poche decine di metri dalla statale 13, davanti all'area di servizio che si trova in via Pontebbana a Venzone. Gli autori non hanno badato ai testimoni che, dal bar del distributore di benzina, osservavano incuriositi l'animale che si era spinto a quote così basse per sfamarsi. Lo sparo che ha rotto il silenzio, però, ha attirato anche l'attenzione di alcuni abitanti e di qualche avventore del vicino Girarrosto. Qualcuno ha segnalato l'episodio ai Carabinieri, intervenuti con la stazione Buja, che in quel momento stava pattugliando il territorio.


I TESTIMONI
Sono state raccolte diverse testimonianze. Tutti collegano l'uccisione del camoscio a un'auto scura con a bordo una persona che avrebbe percorso in retromarcia il piazzale dove si trovano le baracche abbandonate del vecchio mercato, di fronte al distributore di benzina. Dopo lo sparo, l'automobilista si è allontanato risalendo il piazzale e parcheggiando di fronte al Girarrosto (se n'è andato quando sono arrivati i carabinieri). Nel frattempo un uomo, che probabilmente aveva l'auto nascosta dietro le baracche, ha raggiunto a piedi il camoscio e lo ha recuperato mentre alcuni testimoni gridavano condannando l'atto di bracconaggio.


L'AUTO NASCOSTA
Non era la prima volta che il camoscio si spingeva alle pendici del monte Soreli. Il 29 dicembre era lì anche al mattino. Qualcuno lo ha visto e si è organizzato per abbatterlo? Il sospetto è che si tratti proprio di un'azione preordinata da almeno due persone: uno probabilmente ha sparato, l'altro ha recuperato l'animale caricandolo nel bagagliaio di un veicolo che nessuno è riuscito a individuare. Fino al 31 dicembre la caccia al camoscio era aperta, ma il direttore della Riserva di Venzone, contattato al proposito, esclude che a sparare sia stato uno dei suoi cacciatori. Quel giovedì, infatti, nessuno ha notificato l'inizio dell'attività venatoria con il sistema adottato dalla Riserva.


LA RABBIA


Pituelli prende le distanze dall'atto di bracconaggio ed esclude che i protagonisti siano soci del suo distretto venatorio. Tra i cacciatori la rabbia sta montando e l'abbattimento del camoscio, avvenuto alla luce del giorno, davanti a testimoni, ha quasi il sapore di una sfida. «È successo sotto gli occhi di tutti - afferma il direttore della Riserva di Venzone - Speriamo che i responsabili vengano identificati, perché l'episodio è grave, hanno sparato da un'auto, a poche decine di metri dalle abitazioni». Pituelli è furibondo: «Non è la prima volta che succedono situazioni del genere, le ho sempre segnalate, ma gli autori non hanno avuto alcuna conseguenza». La speranza è che i carabinieri riescano a individuare i responsabili e, soprattutto, che qualche elemento utile alla loro identificazione emerga dalla visione degli impianti di videosorveglianza presenti sulla statale.
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Il Gazzettino