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MASSANZAGO - Proseguono le indagini sul suicidio del camionista siciliano di 47 anni Gaetano Marino. L’autotrasportatore, dipendente della ditta fratelli Cagnin di Scorzè in provincia di Venezia, domenica 27 giugno nel tardo pomeriggio si è sparato in bocca nella sua camera da letto con una pistola Beretta calibro 7,65 di proprietà del padre deceduto sette anni fa. I carabinieri della scientifica hanno effettuato l’esame della polvere da sparo, il così detto tampone Stub, anche sue due persone presenti nell’appartamento di via Marconi a Massanzago al momento della tragedia: la compagna del 47enne e l’amico di lei. Il pubblico ministero Marco Brusegan titolare delle indagini, anche a seguito dell’esposto presentato dalla sorella del camionista difesa dall’avvocato Alberto Di Mauro, ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di istigazione al suicidio.
La grigliata, la morte e il post Facebook
Domenica 27 giugno il camionista ha organizzato una grigliata a casa sua: erano presenti una coppia di amici, la sua compagna e un amico di lei.
Impronte digitali sulla pistola
Gli inquirenti hanno sottoposto la compagna del camionista e l’amico di lei al tampone Stub, per trovare eventuali tracce di polvere da sparo. Come hanno rilevato le impronte digitali sulla semiautomatica. Il caso andrà a definirsi nella giornata di domani, lunedì 5 luglio, quando è in programma l’autopsia sul corpo del 47enne. Tuttavia rimane un mistero: quel post della grigliata pubblicato sul profilo Facebook di Marino alle 18.55 sempre di domenica 27 giugno, quando lui era già morto da circa mezzora.
Il Gazzettino