Addio a "Serafino", lo storico calzolaio di Ruga Rialto

Aldo Serafin
Era un calegher d’altri tempi. Un maestro nel suo mestiere, capace di riparare calzature d’alta qualità, ma anche di creare scarpe su misura, accontentando la...

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Era un calegher d’altri tempi. Un maestro nel suo mestiere, capace di riparare calzature d’alta qualità, ma anche di creare scarpe su misura, accontentando la clientela più esigente. Se n’è andato Aldo Serafin, detto “Serafino il calzolaio”, conosciutissimo a Mestre, dove aveva iniziato la sua carriera, così come a Venezia, dove aveva trasferito la sua bottega nei primi anni 2000, facendosi presto apprezzare. Classe 1948, nato a Mestre, Serafino aveva iniziato a lavorare giovanissimo. Dopo le elementari, per cinque anni aveva fatto l’apprendista nella bottega di un calzolaio a Favaro. Anni durissimi, con sveglia alle 6 del mattino e tanto lavoro fino alle 9 di sera, il tempo solo di una pausa a mezzogiorno. Per altri cinque anni Serafini aveva lavorato in un laboratorio di scarpe ortopediche. Un lungo decennio di formazione. Nel 1969, finalmente, aveva aperto la sua bottega in Piazzale Candiani dove riparava scarpe, ma anche confezionava calzature alla moda su misura. «In pratica a Venezia c’era Rolando Segalin, mentre in terraferma Serafino il calzolaio!» amava ricordare, con orgoglio. Anni di successi in cui Serafino aveva partecipato a fiere, mostre artigianali, brevettando persino una calzatura ortopedica per l’alluce valgo. Tra le sue creazioni anche stivali arditi, inguinali, con zeppe vertiginose, che gli ordinavano le drag queen per le loro serate delle Riviera romagnola.


Nel 2000 la scelta di chiudere il negozio di Piazzale Candiani, per un cambio di vita. Solo qualche anno più tardi l’apertura della piccola bottega in Ruga Rialto, “Serafino il calzolaio”, dove in vetrina campeggiavano ancora alcune delle sue creazioni più audaci. Un personaggio, Aldo, che si faceva apprezzare dai clienti anche per la sua abilità nell’adattare le calzature. Da abile creatore di calzature, negli ultimi anni si era specializzato proprio in questa attività. Sapeva modificare modelli magari belli da vedere, ma insopportabili da portare, adattandoli anche ai piedi più delicati. Un’arte particolarmente apprezzata dai suoi clienti più affezionati, che arrivavano anche da lontano. Persino da Oltreoceano. «Serafino è stato uno degli ultimi calegheri di Venezia, capace di creare delle scarpe con le sue mani - lo ricorda il segretario della Confartigianato di San Lio, Gianni De Checchi - Un artigiano creativo, tecnicamente veramente molto bravo». Lo ricorda anche Luca Segalin: «Era amico di mio padre Rolando, artigiani storici che con il loro lavoro hanno contribuito a tenere vivo il tessuto economico e sociale della città». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino