Troppo caldo in ufficio e in azienda: dai sindacati l'ipotesi di sospensione del lavoro in situazioni critiche

Un generico artigiano al lavoro anche con le calde temperature
TREVISO - Troppo caldo, dai sindacati scatta l'ipotesi di sospendere il lavoro in situazioni critiche. Alta temperature ed elevata umidità uniti alla mancanza di aria...

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TREVISO - Troppo caldo, dai sindacati scatta l'ipotesi di sospendere il lavoro in situazioni critiche. Alta temperature ed elevata umidità uniti alla mancanza di aria condizionata o ventilazione può provare senz'altro un problema per la sain lute dei lavoratori, sia sotto il profilo della concentrazione, sia sotto l'aspetto fisico e psichico. Un rischio che deve essere valutato dall'azienda all'interno del Documento valutazione dei rischi (DVR) secondo le modalità e l'organizzazione del lavoro, gli orari, l'ambiente lavorativo, l'esistenza o meno degli impianti di condizionamento. Nel redigere la valutazione devono essere coinvolti direttamente i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) che possono anche individuare possibili interventi correttivi al rischio.

La richiesta dei sindacati 

Sulla scia della FIOM CGIL nazionale e dell’Ufficio SAS (Salute Ambiente e Sicurezza), la categoria dei metalmeccanici della CGIL trevigiana ha condiviso una nota ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza sul territorio. «Se le aziende fossero indisponibili al confronto e se il rischio calore fosse elevato - precisa la nota - gli RLS, infatti, possono chiedere ai lavoratori di astenersi dall’attività come previsto dall’art. 44 del Dlgs 81/08. Un allontanamento dal posto di lavoro che non deve essere inteso come sciopero ma semplicemente come azione a tutela della salute dei lavoratori per un tempo non compensabile dall’utilizzo di ferie o permessi ma che deve essere integralmente retribuito dall’azienda».

Troppo caldo nel posto di lavoro: le azioni per tutelare la salute dei lavoratori

«Se il calore venisse percepito come eccessivamente elevato dagli RLS e dai lavoratori deve essere immediatamente affrontata la situazione anche con azioni straordinarie - sottolinea il segretario generale della FIOM CGIL di Treviso Enrico Botter -, oltre gli interventi strutturali necessari, quale la predisposizioni di sale ventilate e rinfrescate vicino alle postazioni lavorative, l’organizzazione di pause aggiuntive a quelle contrattate, la fornitura illimitata di acqua fresca a ciascun lavoratore, la distribuzione di sali minerali, fino allo spostamento dei turni nelle ore meno calde. Per affrontare il rischio delle alte temperature non si devono considerare solo le condizioni ambientali ma si devono sempre aver presenti anche le temperature prodotte dalle macchine, dagli indumenti indossati, e la temperatura percepita da ciascun lavoratore, tenuto conto delle diverse condizioni fisiche e di lavoro». Rimangono valide anche nell'ambiente lavorativo le regole per combattere il caldo standard. Ovvero il bere molto e frequentemente, ridurre la velocità e fare più pause, e prestare attenzione agli sbalzi termici.

 

 

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Il Gazzettino